Scritta da: Andrea De Candia
in Poesie (Poesie d'Autore)
E poi
una volta che moriranno
io ballerò
perduta nella luce del vino
e l'amante di mezzanotte.
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E poi
una volta che moriranno
io ballerò
perduta nella luce del vino
e l'amante di mezzanotte.
Come il vento senza ali richiuso nei miei occhi
è la chiamata della morte.
Solamente un angelo mi legherà al sole.
In che luogo l'angelo,
in che luogo la sua parola.
Oh perforare con vino la soave necessità di essere.
Innamorata delle parole, che creano notti piccole nell'increato del giorno, e il loro vuoto feroce.
Temo di smettere di essere
quella che non fui mai
bere nel silenzio
dentro il silenzio.
Arpa del silenzio
in cui si annida la paura.
Gemito lunare delle cose
che sta per l'assenza.
Spazio dal colore chiuso.
Qualcuno batte e assembla
una bara per l'ora,
un'altra bara per la luce.
I naufraghi dietro l'ombra
abbracciarono quella che si suicidò
con il silenzio del suo sangue
la notte bevve vino
e ballò nuda tra le ossa della nebbia.
Notte che te ne vai
dammi la mano
opera d'angelo che freme
i giorni si suicidano
perché?
notte che te ne vai
buonanotte.
Fuori c'è il sole.
Non è altro che un sole
però gli uomini lo guardano
e poi cantano.
Io non so del sole.
Io so della melodia dell'angelo
e il sermone caldo dell'ultimo vento.
So gridare fino all'alba
quando la morte si posa nuda
nella mia ombra.
Io piango sotto il mio nome.
Io agito fazzoletti nella notte
e navi assetate di realtà
ballano con me.
Io nascondo chiodi
per schernire i miei sogni malati.
Fuori c'è il sole.
Io mi vesto di cenere.
Gli assenti soffiano e la notte è densa. La notte
ha il colore delle palpebre del morto.
Tutta la notte faccio notte. Tutta la notte scrivo.
Parola per parola io scrivo la notte.
Ho spiegato la mia orfanezza
sopra il tavolo, come una mappa.
Disegnai l'itinerario
verso il mio luogo al vento.
Quelli che arrivano non mi trovano.
Quelli che aspetto non esistono.
E ho bevuto liquori furiosi
per trasmutare i volti
in un angelo, in bicchieri vuoti.