Ho desiderato con frenesia in questa fragile esistenza, percepire lo spessore celato dalla caducità del nostro divenire.
Ho cercato invano nell'offuscata vita di questa incoerente dovizia una degna risposta per dare un senso all'iniquità del destino.
Ho accettato senza esitazione il dolore lacerante scandito da un'etica beffarda artificiosa mendace.
Ho urlato con nerbo l'ingiustizia conclamata evidente sottesa.
Ho trovato solo confusione malessere indifferenza.
Ho ascoltato con dignità e rispetto la triste melodia della solitudine.
Ho provato, confinata nell'eremo, la terrificante sensazione di dover affrontare un orrendo e disumano mostro.
Ho scoperto il luogo dove si trova: dentro di noi ha tuonato il suo nome: paura e mi ha seguita.
Ho bramato un luogo dove confinarla: mi sono persa.
Ho ritrovato me stessa solo quando con il cuore squarciato agonizzante ho raccolto con lenta maestria i brandelli rimasti del mio coraggio e mi sono voltata per guardarla negli occhi e sfidare la sua furia invasiva il suo svilente impeto.
Solo adesso riesco a intravederla nelle gesta convulse e insensate di molti perché ho scoperto la verità nascosta nell'insana creatura: siamo noi A crearla siamo noi ad usarla siamo noi A conferirle quella diabolica potenza che repetinamente si avvinghia ossesssiva nell'anima E per allonarla la scagliamo invano con brutalità E cattiveria contro chiunque osi passare nel nostro castello di sabbia.
Questo vento spavaldo alza polvere accumulata da troppo tempo e forma una nube scura intorno ai nostri Esseri sempre più smarrti.
L'aria diventa irrespirabile ed inizia una corsa spasmodica alla ricerca di un rifugio che dia nuove certezze.
Speculatori senza anima continuano imperterriti a consacrare vittime al Dio denaro.
Ogni sovrastruttra, creata dall'uomo, sembra vacillare colpita dai continui urti della folla impazzita impaurita incredula.
Io seguo la corrente ma improvvisamente mi fermo per dare un senso a questa corsa senza sosta e senza meta.
Intravedo gli impliciti significati nel sordo dolore stigmatizzato sui visi di chi mi passa accanto: comprendo la loro sofferenza, percepisco il vuoto inaspettato dello smarrimento, riconosco quel sentimento che lacera l'animo di chi si sente tradito.
Lacrime calde scendono copiose sul mio volto e disperatamente alzo gli occhi al cielo ... quale stupore! Un'aria nuova aleggia al di sopra di quella oscura nube.
L'aria fresca mi sfiora leggera e la mente si libera dalle sue stesse catene. Come è bello quassù e... soprattutto... come sono piccoli i nostri problemi!
Un giorno nuovo devo affrontare da cui voglio imparare cose nuove ed interessanti senza prove stressanti.
Sarà un'illusione questa pulsione ma come sopravvivere alla situazione se non mi do una motivazione?
Apro la finestra, preparo una minestra e il caldo tepore riscalda il mio cuore.
Una tavola imbandita intorno gremita, il sorriso dei miei figli sul viale dei tigli, la carezza del vento che non ha patimento, la mia voglia di amare imbarazza chi mi vuole odiare.
Nessuna gogna per chi non ha vergogna? Allora... indifferenza per tanta irriverenza!
Sono chiusa nel mio guscio di pensieri senza fine e non riesco più a sentire le frivole sensazioni del dolce vivere. Lontana anni luce dai miei simili da amici e nemici.
Sono chiusa nel mio guscio di pensieri senza fine e non riesco più a sentire la stanchezza delle mie immani fatiche. Trasportata da ideali che non fanno dormire neanche nelle notti più serene.
Sono chiusa nel mio guscio di pensieri senza fine e non riesco più a sentire la mia voce nel tumulto della folla che, impazzita, urla senza sosta verità di ipocrita convenienza con la stessa passione di una filastrocca recitata a memoria Formale Sciatta Vuota.
Non so come Taluni riescano a dormire senza dubbi ed incertezze Non so se riuscirò a perdonare chi ha ardito turbare la tranquillità di una casa dove corrono innocenti bambini per questo sono chiusa in questo guscio di pensieri senza fine perché non riesco a sopportare l'insolenza di chi ha osato tanto.
Un vagito persistente, uno sguardo senza vissuto, un corpicino nudo ed innocente, un istante di vita che diventa Infinito. La poesia di un amore che si innalza al di sopra degli eventi. Non chiede niente, ma racchiude Tutte le Parole. Non vuole nulla ma è Tutto. Ti osservo e, ancor oggi, nella profondità dei tuoi occhi riaffiora quel Momento Infinito quel miracolo di vita che nasce e fiorisce. Non è un caso che tu sia qui Piccolo Tesoro sei la risposta alla vita che si perpetua e io ti amo di un amore incondizionato e rispettoso che non lega a sé affinché quel Momento Infinito non sia oltraggiato distrutto dal vile desiderio di possedere chi concepiamo. Corri sulle strade della Vita; soffermati sovente a riflettere; assapora ogni istante anche il più doloroso. Non abbandonarti a surrogati di sentimenti falsati superficiali. Vivi con lealtà e rispetto e... Soprattutto ama.
Nei contrasti colorati dei suoi sentimenti convulsi ciò che rimane è "La chimera" nel suo biancore offuscato dall'oscure ombre.
La ricerca dei colori della vita nei suoi quadri poetici, confusamente lo rimandano nel nero più nero e solo in quel tetro dolore intravede il biancore... che contrasto... che malessere... agita il suo esuberante Io!
Quale vita la sua... forse quella che protendendo verso il Vero percepisce l'abisso che lo inghiotte e lo stravolge?
Un lucido delirio invade le sue notti che perpetuano ricorrenti la vana sensazione di raggiungere e... quasi toccare l'Infinito.
Parole amate pensate che esprimono armonia lamento felicità di un'anima che sussurrando vuole parlare di sé.
Il vento porta lontano le mie parole in luoghi inospitali affollati insoliti e si trasformano in un'eco e come un boomerang tornano a tormentare le mie notti insonni mi turbano mi trafiggono mi ingannano.
Parole che non mi riconoscono e non mi appartengono più estranee travisate rabbiose offensive false spregevoli.
Silenzio... forse il vento si placherà! Silenzio... e l'ipocrisia trionferà!
Sei sola e sempre più lontana da te stessa... ricordo il tuo sorriso di giorni passati ma la mia mente ha obliato la tua immagine sorridente.
Vedo solo tristezza e quel fuoco lento inesorabile che pian piano ti circonda e ti isola da ogni cosa dai ricordi dai sentimenti dalla vita.
Tu che davi speranza a chiunque bussava alla tua solidale anima, ti accasci sul suolo arido freddo lastricato dalla cattiveria di chi non ti perdona di essere libera di pensare, di sognare, di credere... Ti prego Laura, un ultimo sforzo salta il cerchio di fuoco e torna... A vivere!
Ricordi vaghi riaffiorano, la malattia dell'anima risorge impietosa.
Io ti guardo, risorgere dalle tue ceneri, ma la speranza non mi abbandona, accompagnata dalla forza dei miei valori, cullata dal calore profuso che alimenta quel coraggio disperato, sospinta a salvaguardarmi dal tuo mondo che mi rifiuta... per quel mio passo che avanza, solo apparentemente temerario, in cui tu vedi la nullità del tuo essere, l'ipocrisia dei tuoi atti.
Ancora perplessa, ti osservo sferzare la tua collerica insana indomabile ira e dipingi ogni luogo con i colori perversi del tuo malessere, per sopportare quel dolore immenso infinito sublimato che mai ti abbandona.
Incapace di amare, preferisci l'odio all'indifferenza... In un circolo senza fine riproduci copioni uguali a se stessi ma... rimani esterrefatto da chi riesce a sopportare la tua crudeltà, a rispondere al tuo astio sussurrando parole che, come una ninna nanna, invitano a sopire la tua anima affranta.
Insoddisfatti, agitati, anni compressi in un angolo di cuore.
Il Bene eluso dalla visione totalizzante del freddo opportunismo che non ammette errori contro titanici millantatori di formali ideali.
Valori etici radiati da ogni dove. Sacrifici umani di gente ignara del proprio destino. Carnefici addestrati da misticismo bellico.
Nessuna "Pulzella" salverà l'Umanità da questa guerra "dei mille anni"!
Vite sdraiate al sole: bidite refrigeranti o mosche fastidiose, un'uguaglianza drammaticamnte contrapposta, ancora l'eccezione che conferma la regola, ma quale nefando pensiero folgora chi non si arresta a tanto?