Poesie di Salvatore Quasimodo

Poeta, nato martedì 20 agosto 1901 a Modica (Italia), morto venerdì 14 giugno 1968 a Napoli (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi.

Scritta da: Andrea De Candia

Le morte chitarre

La mia terra è sui fiumi stretta al mare,
non altro luogo ha voce così lenta
dove i miei piedi vagano
tra giunchi pesanti di lumache.
Certo è autunno: nel vento a brani
le morte chitarre sollevano le corde
su la bocca nera e una mano agita le dita
di fuoco.
Nello specchio della luna
si pettinano fanciulle col petto d'arance.

Chi piange? Chi frusta i cavalli nell'aria
rossa? Ci fermeremo a questa riva
lungo le catene d'erba e tu amore
non portarmi davanti a quello specchio
infinito: vi si guardano dentro ragazzi
che cantano e alberi altissimi e acque.
Chi piange? Io no, credimi: sui fiumi
corrono esasperati schiocchi d'una frusta,
i cavalli cupi i lampi di zolfo.
Io no, la mia razza ha coltelli
che ardono e lune e ferite che bruciano.
Salvatore Quasimodo
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    Scritta da: Gabriella Stigliano

    Fresche di fiumi in sonno

    Ti trovo nei felici approdi,
    della notte consorte,
    ora dissepolta
    quasi tepore d'una nuova gioia,
    grazia amara del viver senza foce.

    Vergini strade oscillano
    fresche di fiumi in sonno:

    E ancora sono il prodigo che ascolta
    dal silenzio il suo nome
    quando chiamano i morti.

    Ed è morte
    uno spazio nel cuore.
    Salvatore Quasimodo
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      Scritta da: Gabriella Stigliano

      Imitazione della gioia

      Dove gli alberi ancora
      abbandonata più fanno la sera,
      come indolente
      è svanito l'ultimo tuo passo
      che appare appena il fiore
      sui tigli e insiste alla sua sorte.

      Una ragione cerchi agli affetti,
      provi il silenzio nella tua vita.

      Altra ventura a me rivela
      il tempo specchiato. Addolora
      come la morte, bellezza ormai
      in altri volti fulminea.
      Perduto ho ogni cosa innocente,
      anche in questa voce, superstite
      a imitare la gioia.
      Salvatore Quasimodo
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        Scritta da: Gabriella Stigliano

        Ora che sale il giorno

        Finita è la notte e la luna
        si scioglie lenta nel sereno,
        tramonta nei canali.

        È così vivo settembre in questa terra
        di pianura, i prati sono verdi
        come nelle valli del sud a primavera.
        Ho lasciato i compagni,
        ho nascosto il cuore dentro le vecchie mura,
        per restare solo a ricordarti.

        Come sei più lontana della luna,
        ora che sale il giorno
        e sulle pietre bette il piede dei cavalli!
        Salvatore Quasimodo
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          Isola

          Di te amore m'attrista,
          mia terra, se oscuri profumi
          perde la sera d'aranci,
          o d'oleandri, sereno,
          cammina con rose il torrente
          che quasi n'è tocca la foce.

          Ma se torno a tue rive
          e dolce voce al canto
          chiama da strada timorosa
          non so se infanzia o amore,
          ansia d'altri cieli mi volge,
          e mi nascondo nelle perdute cose.
          Salvatore Quasimodo
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