Scritta da: Virgink
Il cyberspazio incarna la piů alta libertŕ di parola. Qualcuno potrŕ sentirsi offeso, altri potranno apprezzarlo, ma il contenuto di una pagina web č difficile da censurare. Una volta lanciato in rete entra a disposizione di centinaia di milioni di persone. Un diritto d'espressione cosě illimitato, con dei costi di pubblicazione cosě bassi, fa del Web una grandissima manifestazione di democrazia. Tutte le voi hanno pari opportunitŕ di ascolto, o almeno cosě predicano tanto i costituzionalisti quanto le riviste d'affari. Se il Web fosse una rete casuale, potremmo anche essere d'accordo con loro. Ma non lo č. Il risultato fu affascinante del nostro progetto di mappatura fu la scoperta di una totale assenza, nel Web, di democrazia, equitŕ e valori ugualitari. Imparammo che l'unica cosa che la topologia di questa rete permette di vedere sono il miliardo di documenti ivi contenuti. Quando si considera il Web, la domanda fondamentale non č piů se le nostre opinioni possono venire pubblicate: certo che possono e, una volta online, diventano accessibili a chiunque, in qualunque parte del mondo, con una semplice connessione Internet. Di fronte alla giungla di documenti che si aggiungono minuto pe minuto, la domanda cruciale č piuttosto la seguente: se lancio un'informazione in rete, qualcuno la noterŕ? Per esser letti bisogna essere visibili: una banale veritŕ che vale tanto per gli scrittori quanto per gli scienziati. Sul Web la misura della visibilitŕ č il numero di link. Piů link puntano alla vostra pagina Web, piů siete visibili.
dal libro "Link. La scienza delle reti" di Albert-László Barabási