La vita è un viaggio, il viaggio è vita. Entrambi caratterizzati da un minimo comune denominatore: la fine. Tutto svanisce, quindi fare della nostra vita una viaggio o fare del nostro viaggio una vita, è indifferente. Grazie all'indifferenza, l'effimera durata del nostro viaggio terreno potrà esser reso utile e sensato.
Non tutti sono adattabili ad altri. Come in meccanica un pezzo può esser stato generato per esser unicamente attaccato ad un altro, pure in amore, nella realtà umana è così. Credo che aver trovato la propria metà perfettamente non adattabile, ma compatibile a se stessi si possa spiegare così. Credo in un concetto del genere, nato dalla meccanica ma applicabile alla realtà sensitiva, d'altronde, di cosa stiamo parlando? Del meccanismo dell'amore, un meccanismo naturale regolato dalla soggettività.