Ecco la risposta. Incenerire i sogni. Bruciare i sogni è il segreto per abbattere definitivamente i propri nemici, perché non trovino più la forza di rialzarsi e ricominciare. Non sognino le cose belle delle loro città, delle vite altrui, non sognino i racconti di altri, così pieni di libertà e di amore. Non sognino più nulla. Se non permetti alle persone di sognare, le rendi schiave.
Queste domande che fa lui non sono di quelle che trovi su Google se digiti: Roma, Alessandria, Bisanzio, incendio, sogni, cause, libri... Non viene fuori nulla. Perché non c'è su internet un testo che unisca parole così sconnesse. Bisogna trovarla chissà dove la connessione. Per questo è così difficile. Non so se farò questo compito. È veramente difficile, ma ha qualcosa di misterioso, perché per la prima volta la risposta non è da qualche parte dove puoi copiarla. La risposta la devi trovare. E forse c'è in gioco di più. Ci devo provare. Odio il sognatore, perché mi frega sempre, mi fa venire la curiosità. L'ignoranza è la cosa più comoda che io conosca dopo il divano del soggiorno di casa mia.
Il mio sogno si sta sgretolando come un castello di sabbia quando sale la marea e lo riduce a maree alte solo pochi centimetri. Il mio sogno è diventato bianco, perché Beatrice ha un tumore. Il Sognatore dice che devo porre le domande giuste per scoprire il mio sogno. Allora proviamo con questa cazzo di leucemia. Che cazzo ci stai a fare tu tra la mia vita e quella di Beatrice? Perché avveleni il sangue di una vita così piena che sta cominciando appena? Non c'è risposta a questa domanda. E così e basta. E se è così, sognare non serve. O almeno: meglio non farlo, perché fa più male. Meglio avere i sogni alla Niko, quelli sicuri, quelli che ti compri. Mi vado a comprare le scarpe nuove, le Dreams, almeno il sogno lo porto ai piedi e lo calpesto.
Il sognatore dice che i nostri sogni sono nascosti nelle cose che incontriamo veramente, quelle che amiamo: un luogo, una pagina, un film, un quadro... i sogni ce li prestano i grandi creatori della bellezza.
Lo stomaco mi si stringe e il cuore diventa bianco. Come se Beatrice stessa volesse cancellarmi dalla faccia della terra con il bianchetto. Mi sento un errore, un errore di ortografia. Una doppia dove non ci va, un "fa" con l'accento. Un colpo di bianchetto e io sparisco, come tutti gli errori. Il foglio resta bianco, pulito, e nessuno vede il dolore nascosto dietro quello strato bianco.