Scritta da: *marta*
Noi siamo quello che facciamo costantemente. L'eccellenze quindi non è un atto ma un'abitudine.
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Noi siamo quello che facciamo costantemente. L'eccellenze quindi non è un atto ma un'abitudine.
L'amicizia è una comunione, ed il sentimento che si ha per se stessi, si ha anche per l'amico: la coscienza della propria esistenza è desiderabile, e lo è per conseguenza anche quella dell'amico; ma questa coscienza è in atto nel vivere insieme, cosicché è naturale che a questo si tenda... volendo vivere insieme, gli amici fanno e mettono in comune le cose in cui, secondo loro, consiste la vita... quindi l'amicizia degli uomini cattivi risulta perversa (infatti mettono in comune cose cattive, e diventano più perversi rendendosi sempre più simili gli uni agli altri); l'amicizia degli uomini virtuosi invece è virtuosa e cresce col loro frequentarsi.
È bene, nella vita come ad un banchetto, non alzarsi né assetati né ubriachi.
Siamo tutti portati a dirigere la nostra ricerca non in relazione all'argomento in sè, ma piuttosto in relazione alle opinioni dei nostri antagonisti; e anche quando interroghiamo noi stessi portiamo l'indagine solo fino al punto in cui non intravediamo più obbiezioni.
Un'assurdità plausibile è sempre migliore di una possibilità che non convince.
I vecchi sono due volte bambini.
In tutte le cose della natura esiste qualcosa di meraviglioso.
Platone è mio amico, ma la verità è ancora più mia amica.
La virtù risplende nelle disgrazie.
Esercitare liberamente il proprio ingegno, ecco la vera felicità.