Quante volte, nella disperazione, ho invocato Dio, che per l'ennesima volta non mi ha risposto? Dopo anni di preghiere e assidue riflessioni un barlume mi ha illuminato. Perché Dio non risponde? Perché cerco una risposta con le orecchie!
Vorrei che tu potessi sentire, anche solo per un istante, quello che sto provando mentre abbassi gli occhi e sorridi... So che mi senti tremare, lo leggo nel tuo sguardo che mi osserva dolce, come a chiedermi qualcosa che non può esprimere con la voce, perché grande sarebbe il danno se la voce parlasse di cose che non sa. Dio mio... Cosa darei per sentire quello che provi tu, mentre le nostre mani si intrecciano, intrappolando l'aria che, carica di tensione, diventa rovente. Poi, come a ritrovarsi di fronte a un precipizio, il cuore sussulta, lo stomaco si serra in una presa ferrea. Il corpo si avvicina e gli occhi si socchiudono. Le tue labbra sfiorano le mie e mentre lo sguardo dimentica il mondo reale, il sogno si materializza all'improvviso. Per un istante sono un'emozione che si libra spensierata nello sfondo dell'infinito. Per un istante siamo un'anima sola e solo per qualche parola, ho riletto un'emozione che oggi viene chiamata abitudine.
La mia coscienza un giorno mi disse: "Credimi, tanto costa vivere, quanto morire. Forse, in questo momento ti senti più vicino alla seconda, ma hai fatto i conti con i tuoi risparmi? La vita non è una stanza dove lasci i tuoi ricordi terreni, no signore, la vita è ben altro, il problema è che l'essere umano non lo ricorda più. Perdendo la coscienza di se stessi, si perde la coscienza di ciò che si ha intorno, cominciando a brancolare in posti inutili. Cosa devi fare? Ascoltami!"
Spesso faccio confusione tra conseguenze e cause. Entrambe non dipendono unicamente da me, ma nella mia vita, volente o nolente io sono la loro "miccia". La causa mi da l'impulso di agire, ma spesso la creo io. Agendo, creo la conseguenza. In base a me stesso, ai miei fini e alle cose che nella vita non posso cambiare, creo una bomba o uno spettacolo pirotecnico.
Se la saggezza è il pane, l'umiltà è la farina e l'esperienza l'acqua. Il carattere è il lievito e il tatto è il sale. La vita è il forno e l'essere umano resta tale!
Dopo una vita insieme cosa poter dire dell'amore. Ho amato mia moglie da quando avevo sedici anni, ci siamo sposati quando ne avevo ventitré, lei è morta l'anno scorso ed io ho ottantacinque anni. Certe volte mi manca, ma l'amo come se fosse ancora qui. Ma cosa dico, mi correggo. Lei è qui: quando preparo la zuppa che le piaceva tanto, mentre pulisco lo specchio dove rifletteva la sua bellezza, mentre rassetto il letto... Dopo sessantotto anni insieme, lei vive dentro di me.
Viene visto come un'opzione; chi lo prova oggi giorno, rischia di sentirsi un debole. Ci sono persone che hanno vissuto in funzione di questa parola, altre sono morte senza poterne assaporare il gusto. Alcuni pensano di poterlo provare col pensiero, altri, si sentono incompleti senza. Spesso lo cerchiamo fuori, negli altri, ma quando succede, col tempo, ritorniamo delusi e soli. L'amore non è fuori, ma dentro di noi! L'amore è quella forza invisibile che ci rende esseri viventi.
Cammino per strada; lo sguardo basso, sento un vociare tranquillo e il ticchettio di tacchi intorno. Perso fra i miei pensieri e gli sguardi sfuggenti, scorgo una ragazza seduta dall'aria persa. Il sorriso innocente le guance rosse lo sguardo sognante e la testa altrove. Son certo sogna o sta viaggiando ma chi le sta vicino chi nel sogno le sta accanto? Non è importante chi non è importante il come questa ragazza sta sognando e nel sogno vive l'amore.