Qualunque sia il nostro percorso di vita, abbiamo umanamente il dovere etico e morale di risolvere i nostri drammi intimi e, certe volte, anche identitari, senza usare gli altri come valvola di sfogo, come semplici tappabuchi all'interno di un universo emotivo perverso, viziato e irrisolto.
La consapevolezza di ciò che si è e del duro lavoro da fare per rendersi spiritualmente migliori, è l'elemento che distingue un essere umano vero da un vampiro affettivo, questa sorta di mostro che non bada mai alla sostanza delle persone, ma soltanto a come appaiono nella fotografia.
I perversi non diventano mai "intimi" di nessuno. Conoscono alla perfezione il caos del loro mondo interiore e custodiscono gelosamente la scatola nera, farcita da pensieri poco nobili sull'umanità. Nelle loro fantasie e rappresentazioni mentali più intime non c'è spazio per l'amore romantico che affermano convintamente di ricercare.