Scritta da: Dario Pautasso
Mentre i saggi discutono sul bene e sul male del mondo, i coraggiosi, nel bene e nel male, lo modellano.
Composta venerdì 19 aprile 2013
Mentre i saggi discutono sul bene e sul male del mondo, i coraggiosi, nel bene e nel male, lo modellano.
È più facile che un'amicizia sincera sbocci con un vecchio inimico, anziché con un amico perennemente mediocre.
La poesia non si addice a tutti. Alcune persone sono letteralmente incapaci di andare oltre la semplice sequenza di parole di un componimento poetico. E quasi s'adirano contro chi ha avuto la presunzione di voler trasmettere un vivo sentimento nascosto tra di esse, dal momento che per costoro esso risulta totalmente inintellegibile. Eppure non per questo tali persone sono meno sensibili od intelligenti.
Nell'errore occasionale, per quanto grave, è curativa la fiducia assai più del rimprovero. Nell'errore recidivo, il contrario.
Anche la coerenza può essere un errore che non cede mai.
L'"uomo" ha un innato bisogno di porsi in una situazione di controllo o quantomeno di privilegio. Quando qualcuno ritiene necessario affermare che "te lo dice da amico", ebbene, lo sta già escludendo. Quando qualcuno sostiene che "è per il tuo bene", dubitane: è più probabile che sia per il suo.
Qualsiasi bambino, finché non sia stato introdotto ai classici metodi d'insegnamento (che in genere impongono delle idee, anziché stimolarne di nuove), conoscono un solo Dio, e questo è la propria madre.
Ogni volta che riesci a mantenere un tuo personale punto di vista critico laddove tutti, con grande orgoglio ed austerità, esprimono lo stesso identico pensiero e, ogni volta che, col sorriso e il giusto grado di ironia, riesci a stemperare una situazione complicata, stai facendo molto di buono per l'umanità e dovresti esserne orgoglioso.
La creatività ci vuole nudi. Ci strappa di dosso gli abiti smessi delle nostre saggezze, dei nostri empirismi precostituiti. Essa non conosce regole, se non quella di una spregiudicata bellezza; si eleva dall'abisso, dal più infimo grado di civiltà. Ci vuole scardinati dalle nostre certezze, dai nostri credo, dalle nostre istituzioni. Ci vuole fanciullescamente imprudenti. Essa fonda le sue radici nelle macerie di uno spirito caparbiamente immenso: l'albero più bello fa sempre troppa ombra.
I grandi culti di massa sono e sono sempre stati il problema, mai la soluzione. È doveroso e sano che ciascuno abbia una propria spiritualità, una fede che lo sostenga nel crudo realismo della propria (in)coscienza. Ma quando, come forza risultante da un pensiero comune dal mero punto di vista socio-pedagogico, essa diventa la scusa sufficiente per l'adempiersi d'inenarrabili misfatti (ben noti alla storia) da parte di associazioni a delinquere (che si è soliti chiamare ancora sentimentalmente religioni) nel beneplacito romantico dell'infantile capriccio secondo cui "il mio Dio è migliore del tuo" e "il mio Dio afferma che così è giusto", la fede stessa assurge al ruolo del più grande male dell'uomo, della più virulenta malattia dell'intelligenza, del progresso e della solidarietà.