Essere succubi di altre persone è una forma di privazione del proprio essere che non sempre è facile da controllare e che finisce quasi sempre di fronte un bivio dove scegliere tra la libertà e il continuare a vivere una vita infelice.
Non basta conoscere l'alfabeto, bisogna essere capaci di unire le lettere in modo sensato per poter dire qualcosa di concreto. Ma adesso che ci penso bisognerebbe conoscere anche tutti i numeri in modo da contare almeno fino a 100 prima di dire cazzate.
Mi sento fortunato. Stamattina appena sveglio ho potuto apprezzare il sorgere del sole, la quiete. Fuori dalla finestra un paesaggio di colori e suoni. Questa è la mia ricchezza, avere un tetto, un letto e i miei cari qui con me. Anche in Abruzzo probabilmente c'è lo stesso sole ma i raggi non possono far altro che illuminare l'accumulo di ricordi impolverati e speranze sepolte sotto le macerie. Non aspettiamo queste tragedie per apprezzare ciò che abbiamo, mostriamo gratitudine per le cose umili e semplici ogni giorno.
Il silenzio? La cosa più rumorosa da ascoltare. Spegne quello che ci circonda e amplifica ciò che è dentro la nostra mente. Sono le mani che parlano rabbiose e sudate, avrebbero voglia di colpire invece parlano. Esprimono quello che nemmeno lo sguardo riesce a dire, gli occhi fissano il basso, sono assenti da quello scenario di infinito silenzio.
Nei sogni realizzo tutto, nei sogni apprezzo tutto e tutti, nei sogni ho tutto ciò che desidero... ora tocca alzarsi perché voglio essere felice anche da sveglio.