La verità era che si era innamorata, non di un individuo, ma di una famiglia. Uno per uno tutti i feticci degli Schlegel erano stati rovesciati e, pur professando di difenderli, ella ne aveva goduto.
E la futilità scomparve dai loro visi, pur lasciando qualcosa dietro di sé: la consapevolezza che esse non avrebbero mai potuto essere divise, perché il loro affetto era radicato in cose comuni. Spiegazioni e appelli non avevano avuto successo; avevano cercato un punto d'incontro comune e si erano soltanto rese infelici l'un l'altra. E intanto la loro salvezza stava tutt'intorno a loro: il passato che santifica il presente; il presente, con il suo tremendo batticuore, il quale dichiara che dopo tutto vi sarà un futuro, con risa e voci di bimbi.
- Bè, noi non li incontriamo in società, - disse lui ridendo. - Sono pieni di tutte le virtù, ma noi non li incontriamo, e ormai sono quarantun anno, è troppo tardi per appurarne i motivi.
Non è possibile amarsi e separarsi. Si vorrebbe che lo fosse. Ma l'amore lo si può trasformare, ignorare, confondere, ma non estirparlo da dentro di sè. So per esperienza che i poeti hanno ragione: l'amore è eterno.
Avere dei segreti presenta questo inconveniente: perdiamo il senso delle proporzioni e non ci rendiamo più conto se il nostro segreto è importante o no.
La passione dovrebbe credersi irresisitibile. Dovrebbe dimenticare ogni rispetto delle convenienze, ogni riguardo, e tutti i condizionamenti che tormentano le nature raffinate. Ma soprattutto, non dovrebbe mai chiedere il permesso, laddove deve far valere il proprio diritto.