Scritta da: Silvana Stremiz
Il non senso della vita: quello che non ho e come dice De Andrè quello che non mi manca.
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Il non senso della vita: quello che non ho e come dice De Andrè quello che non mi manca.
Non posso obbedirti, non faccio più in tempo. Sta per capitare proprio ora e in questo strano posto. "Non ora, non qui". Avevi ragione, molte delle cose che mi sono accadute furono errori di tempo e di luogo, cose da dire: non ora, non qui. Però a questo vetro d'autobus mi accorgo di essere in un'ora e in un posto a me riservato da tempo.
Intorno ferve il movimento. Le porte si sono aperte, la gente sale e scende da tutte le parti urtandosi. Mi tengo vicino al vetro, c'è trambusto, ma tu e io siamo fermi. Vengono il tempo e l'occasione, vengono quando due persone si fermano: allora si incontrano.
Se uno si muove sempre, impone un verso, una direzione al tempo. Ma se uno si ferma, si impunta come un asino in mezzo al sentiero, lasciandosi prendere da una distrazione, allora anche il tempo si ferma e non è più la soma chesagoma la schiena.
I baci non sono anticipo d'altre tenerezze, sono il punto più alto. Dalla loro sommità si può scendere nelle braccia, nella spinta dei fianchi, ma è trascinamento. Solo i baci sono buoni come le guance del pesce. Noi due avevamo l'esca sulle labbra, abboccavamo insieme.
"Non sono al tuo fianco, Anna, io sono il tuo fianco."
"Sei la parte mancante che torna da lontano a combaciare."
Il cervello dell'uomo è ruminante, rimastica le informazioni dei sensi, le combina in probabilità. L'uomo così è capace di premeditare il tempo, progettarlo, è pure la sua dannazione, perché ha la certezza di morire.
Anche quando la vita sembra una lotta contro i mulini a vento, eroe è colui che non si arrende, che ogni volta si rimette in piedi e prosegue il suo viaggio, incurante degli ostacoli, incurante della sconfitta. Invincibili sono tutti colore che hanno eredito l'ostinazionde di don Chisciotte. Invincibili sono, per esempio, i migranti, uomini e donne che attraversano il mondo a piedi per raggiungerci e non si fanno fermare da nessun campo di prigionia, da nessuna espulsione, da nessuna legge, da nessun annegamento, perché li muove la disperazione e vanno a piedi.
Mi accorgevo del mio corpo, del suo interno, accanto a lei: del battito del sangue a fior di polso, del rumore dell'aria nel naso, del traffico della macchina cuore-polmoni.
Accanto al suo corpo esploravo il mio, calato nell'interno, sbatacchiato come il secchio nel pozzo.
Esiste nel corpo la neve che non si squaglia in nessun ferragosto, rimane dentro il fiato come il mare dentro una conchiglia vuota. Non la maledico quella neve, che mi imbottiva le orecchie.
I gesti del nuoto sono i più simili al volo. Il mare dà alle braccia quello che l'aria offre alle ali; il nuotatore galleggia sugli abissi del fondo.
Un uomo è quello che ha commesso. Se dimentica è un bicchiere messo alla rovescia, un vuoto chiuso.
Ai lati degli occhi si aprivano le rughe e da lì scolava la malinconia.