Abbiamo la conoscenza che, avida, si eleva su quello che siamo e guarda intorno a se cercando il futuro. Ci alziamo, maestosi e forti, sulle nostre vittorie e anche sulle sconfitte, ma se guardiamo giù, verso i nostri piedi, vediamo che poggiano sempre sulla nostra storia. Dal primo giorno che abbiamo cominciato a costruirla. Solo gli stolti negano che quelli siano i loro piedi.
Nessuno di noi ha bisogno di giudici ma, nella nostra fragilità guardiamo incantati alle persone che sanno ascoltarci per quello che vogliamo dire di noi, per quello che cediamo loro.