Mi sono lasciato sopraffare dall'infinita tenerezza che provavo per te. Non era amore soltanto, non era soltanto desiderio, era molto di più: era un sentimento ancora confuso, ancora embrionale come tutti lo sono al momento di nascere, ma già mi indicava la direzione da prendere. Dovevo proteggerti, difenderti, prendermi cura di te. La tua fragilità, esposta com'era alle burrasche della vita, richiedeva un mano ferma e virile che sapesse guidarla.
Desiderare è vivere. Senza il desiderio che ci accompagna nel corso di tutta la vita e con il quale si identifica, la vita stessa non sarebbe possibile. Se poi l'oggetto del desiderare ci rimane irraggiungibile, com'è inevitabile, il desiderio si trasforma in delirio. Quel che conta è avere coscienza dei nostri deliri, altrimenti spalanchiamo le porte della follia.
Ma non vivo, tiro avanti. Ho smesso di vivere da quando ho finito di sognare. La morte è arrivata anzitempo per me, non quella vera purtroppo che mi avrebbe sollevato, se non altro, dal soffrire come soffro, bensì quella che arriva in anticipo, la peggiore, la più sciagurata che ti costringe ad assistere di minuto in minuto al tuo disfacimento progressivo.