Il coraggio è alzarsi ogni mattina sapendo che devi affrontare un mondo malvagio, e conservare un animo sereno per fare un po' di bene senza contare sulla riconoscenza di nessuno.
Una volta Vittorio Gassman mi disse: ci sono molte forme di gelosia, ma la più terribile è la gelosia del passato. Io mi sono interrogato per anni su questa frase e solo recentemente ho capito che la gelosia del passato si installa nella nostra mente quando una persona ti racconta la sua vita sessuale con un linguaggio libero e scanzonato prima che tu sia innamorato di lei. Allora quando ti innamori, queste frasi, questi ricordi si risvegliano nella tua mente in modo cattivo e volgare.
Ho sempre distinto fra infatuazione e innamoramento. Nell'infatuazione desideri ardentemente l'altra persona, desideri fare l'amore con lei, sei geloso, soffri per la sua mancanza, puoi perfino avere l'impressione di impazzire per lei. Eppure manca qualcosa: la confidenza profonda.
Si moltiplicano i libri di consigli su tecniche per fare all'amore. Tutto utile, però vi assicuro che, alla fine di tanti anni di ricerca, sono giunto alla conclusione che il piacere sessuale straordinario, infinito, la beatitudine, la raggiungi soltanto quando ami.
Pochissime persone parlano chiaramente e volentieri dell'invidia che provano: parlarne apertamente inibisce perché è come mettersi a nudo, svelare la parte più meschina e vulnerabile di sé. Parlare della persona che si invidia e spiegare il perché, significa parlare della parte più profonda di sé stessi, delle aspirazioni e dei fallimenti personali, delle difficoltà e dei limiti che si trovano in sé stessi.
L'invidia è il sentimento che noi proviamo quando qualcuno, che noi consideriamo del nostro stesso valore ci sorpassa, ottiene l'ammirazione altrui. Allora abbiamo l'impressione di una profonda ingiustizia nel mondo. Cerchiamo di convincerci che non lo merita, facciamo di tutto per trascinarlo al nostro stesso livello, di svalutarlo; ne parliamo male, lo critichiamo. Ma se la società continua ad innalzarlo, ci rodiamo di collera e, nello stesso tempo, siamo presi dal dubbio. Perché non siamo sicuri di essere nel giusto. Per questo ci vergogniamo di essere invidiosi. E, soprattutto, di essere additati come persone invidiose. In termini psicologici potremmo dire che l'invidia è un tentativo un po' maldestro di recuperare la fiducia e la stima in sé stessi, impedendo la caduta del proprio valore attraverso la svalutazione dell'altro.
Non bisogna confondere il bisogno di affermarsi nella vita per mostrare all'altro di meritare il suo amore, col desiderio di apparire meglio di lui. Ogni persona umana vuol avere un valore. E non vuole solo sentirsi amata, vuole anche veder riconosciuti i propri meriti. Vuol essere apprezzata per le sue capacità e per le sue virtù. Ma quando l'innamoramento si allontana, la società con i suoi "valori" torna a penetrare nella vita di coppia. Se la donna vede suo marito continuamente ammirato, adorato, mentre lei è sempre in seconda fila, prova un senso di svuotamento. Il piacere di trovarsi accanto ad una persona del genere, di condividere la sua luce, lascia a poco a poco, il desiderio di avere una propria luce, un proprio valore. Ma guai, se in questo caso scatta la competizione, perché è destinata alla sconfitta. E, con la sconfitta appare l'invidia.