Il ricordo è come assaporare un frutto dal sapore dolce ma dal retrogusto amaro. Non sai mai se ti riempie o ti svuota. Non capisci se è o non è. Non riesci a realizzare se è una cosa che possiedi o hai perso per sempre.
Per chi vive la notte, il giorno non è abbastanza. Sete di tempo, indomito desiderio di succhiarne il midollo, per poi ritrovarsi immancabilmente con la solita mai appagata bramosia di vita.
Essere te stesso vuol dire trovare il coraggio di staccarsi da chi eri per abbracciare il tuo continuo mutamento, per non correre il rischio di trasformarti in nessuno.
Il cuore e la mente, non sai mai se è malato l'uno o l'altra, non sai mai se devi curare l'uno o l'altra, non sai mai di cosa stai morendo. Sai solo che più muori e più sei vivo.
Giuro, io capisco la sofferenza, ne comprendo la legittimità, ma il dolore non ti conferisce alcun privilegio e non ti dà diritto ad una medaglia. La sofferenza serve solo se riesci a trasformarla in energia, energia positiva.
C'è una sensazione che trovo particolarmente seducente, oserei dire commovente, un'emozione che non appena ti penetra ti trasmette un brivido sempre unico, come fosse ogni volta la prima volta ed è la rara percezione di sentirsi capito.