Scritta da: ines sansone
in Frasi & Aforismi (Amore)
Amiamo ciò che ci somiglia, e comprendiamo ciò che il vento ha scritto sulla sabbia.
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Amiamo ciò che ci somiglia, e comprendiamo ciò che il vento ha scritto sulla sabbia.
Le lacrime sono il ghiaccio dell'anima che si scioglie.
La meta è questa: mettermi sempre là dove io possa servir meglio, dove la mia indole, le mie doti e le mie qualità trovino il terreno migliore, il più largo campo d'azione.
L'uomo di potere è rovinato dal potere stesso, l'uomo con il denaro dal denaro, il sottomesso dall'obbedire, il piacere dal ricercare sempre piacere.
Felice è chi è capace di amare molto. Ma amare e desiderare non sono la stessa cosa.
La maggior parte degli uomini non vuol nuotare prima di saper nuotare. Spiritoso, vero? Certo che non vogliono nuotare, sono nati per la terra, non per l'acqua. E naturalmente non vogliono pensare: infatti sono nati per la vita, non per il pensiero. Già, e chi pensa, chi concentra la vita nel pensiero può andare molto avanti, è vero. Ma ha scambiato la terra con l'acqua e a un certo momento affogherà.
Egli nega, questo mite Idiota, tutta la vita, tutti i pensieri e i sentimenti, tutto il mondo e la realtà degl'altri. Per lui la verità è una cosa tutta diversa che per loro. La loro realtà, per lui, è come un'ombra. Il fatto di vedere e di pretendere una realtà assolutamente nuova fa di lui loro nemico. [...] [Egli] una o più volte si è trovato sulla magica soglia ove si accetta ogni cosa, dove non solo è vero ogni pensiero remoto, ma anche il suo contrario. La sua innocenza è tutt'altro che innocua, e a ragione gl'altri ne hanno terrore. [...] Non che infranga le tavole della legge, ma le gira solo dall'altra parte e ci mostra che sul retro è scritto il contrario.
"Mai più!" Diceva imperiosa la sua volontà. "Domani ancora!" Supplicava il cuore singhiozzante.
Ecco, vedi, io mi sono innamorato due volte nella vita, ma sul serio, e tutt'e due le volte ero sicuro che sarebbe stato per sempre e fino alla morte, e tutt'e due le volte è finita e non sono morto.
Già fin d'allora i sentimenti erano quelli che dovevano restare per sempre: l'incertezza del proprio valore, un continuo oscillare fra l'autostima e lo scoraggiamento, fra un idealismo al di sopra delle cose del mondo e un naturale appetito dei sensi, e come allora, anche cento volte più tardi ho visto quei tratti della mia natura talvolta come una spregevole malattia, talatra come segno di merito.