Tutti che fanno l'autostop. Tutti che viaggiano sulla ferrovia.
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Tutti che fanno l'autostop. Tutti che viaggiano sulla ferrovia.
Avrei preferito che fosse stato felice invece di lasciarci poesie infelici.
Ragazzo e ragazza, l'uno tra le braccia dell'altra, Maggie e Jack, nella triste pista da ballo della vita, già demoralizzati, gli angoli della bocca pieni di rinuncia, le spalle che si afflosciano, accigliati, le menti prevenute - l'amore è amaro, dolce è la morte.
O il raccapricciante destino di noi esseri umani, ognuno di noi morrà improvvisamente in qualche terribile momento e spaventerà tutti coloro che ci amano e il mondo... e frantuma il mondo... e tutti gli eroinomani di tutte le città gialle e di tutti i deserti sabbiosi non possono darsene pensiero... ed anch'essi morranno...
O Signore, perché hai fatto questo agli angeli tuoi a tua immagine e somiglianza? Questa vita rovinosa, questo cencioso palcoscenico miserevole su cui si agita una gran folla di bulli e ladri e morituri? Sei tu Masochista, Signore; sei tu Colui-che-odia?
Sono triste perché tutta la vita è dolorosa.
È tanto buio quanto imprevedibile su questa terra, mi rendo conto delle innumerevoli manifestazioni che la mente pensante inventa per piazzare muri d'orrore innanzi alla sua perfetta percezione che non vi è muro e non vi è orrore ma solo la Trascendentale Vuota Luce Lattea della vera e perfettamente vuota natura della Perenne Eternità... So che tutto va bene ma voglio una prova e i Buddha e le Vergini Marie son là a ricordarmi del voto solenne alla fede in questa dura e stupida terra dove scateniamo le nostre così dette vite in un mare di preoccupazioni, carne per le Chicago delle Tombe... proprio in questo minuto il mio vero padre e il mio vero fratello giacciono fianco a fianco stesi nel fango del nord e si suppone che io sia più in gamba di loro... nell'esser svelto son morto.
"Rammento di aver usato, durante le mie 500 rinascite anteriori, ciascuna delle mie vite per far pratica di umiltà e di aver considerato la mia vita con grande umiltà come se fosse stata quella di un santo destinato a soffrire pazientemente". In modo più diretto di questo sapevo che alla mia età, 34 anni, era meglio aiutare un vecchio che meditare nell'ozio.
Il drogato e l'artista hanno un sacco di cose in comune.
Così, come Lazarus calpesta villaggi, Dio calpesta le nostre vite, e al pari degli operai e dei guerrieri ci preoccupiamo come piccoli in pena di riparare il danno il più presto possibile, anche se in fondo l'impresa è del tutto disperata. Poiché Dio ha un piede più grosso di quello si Lazarus e di tutti i Texcoco e Texaco e Manana del domani.