in Frasi & Aforismi (Morte)
Non ti preoccupare della morte, quando ci arrivi, perché non lascia impronte.
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Non ti preoccupare della morte, quando ci arrivi, perché non lascia impronte.
Qualcosa, qualcuno, qualche spirito ci perseguitava tutti attraverso il deserto della vita ed era scritto che ci afferrasse prima che raggiungessimo il cielo. Naturalmente adesso che ci torno su col pensiero, questo non è altro che la morte; la morte ci raggiungerà prima del cielo. L'unica cosa per la quale languiamo nei nostri giorni di vita, che ci fa sospirare e lamentarci e sottostare a dolci nausee di ogni specie, è il ricordo di una certa felicità perduta che probabilmente è stata sperimentata nell'alvo materno e può riprodursi solamente (quantunque noi si detesti ammetterlo) nella morte. Ma chi è che vuol morire? Nell'incalzare degli avvenimenti continuavo a pensare a questo nel fondo della mia mente. Lo dissi a Dean ed egli lo riconobbe istantaneamente come la pura e semplice nostalgia della morte; e poiché nessuno di noi può tornare alla vita, lui, giustamente, non voleva aver niente a che farci, e allora mi trovai d'accordo con lui.
Perché non lasci perdere? Per quale ragione devi rubare di continuo?
Il mondo mi deve alcune cose. Ecco tutto.
Col passare del tempo o si diventa più taciturni o si diventa pazzi esasperando il proprio cuore... no? Sì.
Tutti gli altri sono assolutamente soddisfatti della vita così com'è. Io no. Voglio la pura comprensione e poi la vita, così com'è.
Deciderò io stesso cosa fare della mia vita, anche se brucerò nel provarci.
Camminavo nella sera piena di lillà con tutti i muscoli indolenziti in mezzo alle luci della 27ma strada nella Welton in mezzo al quartiere negro di Denver, desiderando di essere un negro, sentendo che quanto di meglio il mondo dei bianchi ci aveva offerto non conteneva abbastanza estasi per me, e neppure abbastanza vita, gioia, entusiasmo, oscurità, musica, né notte sufficiente. [...] Desiderai di essere un messicano di Denver, o persino un povero giapponese stremato dal lavoro, tutto fuorché quel che tristemente ero, un "uomo bianco" disilluso.
Sono triste perché tutta la vita è dolorosa.
Siamo una generazione beat.
"Rammento di aver usato, durante le mie 500 rinascite anteriori, ciascuna delle mie vite per far pratica di umiltà e di aver considerato la mia vita con grande umiltà come se fosse stata quella di un santo destinato a soffrire pazientemente". In modo più diretto di questo sapevo che alla mia età, 34 anni, era meglio aiutare un vecchio che meditare nell'ozio.
Devo essere felice o morire, perché la mia condizione terrena è piena di una tristezza insostenibile e io do la colpa a Dio anziché a me stesso.