Scritta da: Silvana Stremiz
La questione è che l'uomo non fa quello che vuole, ma è comunque responsabile di ciò che è.
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La questione è che l'uomo non fa quello che vuole, ma è comunque responsabile di ciò che è.
Il fascismo non è definito dal numero delle sue vittime, ma dal modo con cui le uccide.
Quelli che mi vedono, raramente si fidano della mia parola: devo aver l'aria di uno troppo intelligente per mantenerla.
L'uomo è un'inutile passione.
L'Essere umano è libero proprio perché è a se stesso insufficiente perché è costantemente sottratto a se stesso. L'uomo è libero perché non è se stesso ma presenza a se stesso. Un essere che fosse ciò che non è non potrebbe esser libero. Abbiamo visto infatti come per la realtà umana esserci significa scegliersi... Essa è totalmente abbandonata (e senza rimedio alcuno) alla ineliminabile necessità di farsi essere anche nel più piccolo particolare. E perciò la libertà non è un essere, ma l'essere dell'uomo.
Noi non abbiamo né dietro a noi, né dinanzi a noi, in un dominio luminoso dei valori, delle giustificazioni o delle scuse. Siamo soli, senza scuse.
Chissà dove si prende il coraggio d'alzarsi la mattina dopo e di tornare al lavoro e d'essere seducente e gaia e dare coraggio a tutti quando si vorrebbe morire piuttosto che continuare questa vita.
Siamo soli e senza scuse [...]. L'uomo è condannato ad essere libero: condannato perché non si è creato da se stesso, e pur tuttavia libero, perché, una volta gettato nel mondo, è responsabile di tutto ciò che fa.
Non facciamo quello che vogliamo e tuttavia siamo responsabili di quel che siamo.
Un gesto, un avvenimento nel piccolo mondo colorito degli uomini non è mai assurdo che relativamente: in rapporto alle circostanze che l'accompagnano. I discorsi di un pazzo, per esempio, sono assurdi in rapporto alla situazione in cui si trova, ma non in rapporto al suo delirio.