Eliza ora sentiva il cuore battere all'impazzata, così forte che pregò che lui non lo udisse. Non doveva concludere la frase, anche se una parte di lei ardeva dal desiderio di sentirla, perché le parole avevano una grande forza, nessuno o sapeva meglio di lei.
Basta niente, in questo periodo, per farmelo tornare in mente. Non fa che insinuarsi tra i miei pensieri, anche la notte, schiacciato come un fiore appassito fra le immagini di Hanna ed Emmeline e Riverton: il mio nipotino. Fuori del tempo e fuori posto. In certi momenti è il bimbo di tanti anni fa, con la pelle tenera e gli occhi sgranati, subito dopo l'uomo che è oggi, svuotato dall'amore perduto. Vorrei rivedere il suo volto. Toccarlo. Il suo bel volto, cesellato, come ogni altro volto, dall'abile mano della storia. Decorato dal colore dei suoi avi, da un passato che conosce appena. Un giorno tornerà, su questo non ho dubbi, perché la casa è una calamita capace di risucchiare anche il più sbandato dei figli, ma non so se sarà domani o fra anni.
Però a me i nuvoloni grigi piacciono moltissimo! Sono molto più complicati e interessanti dei cieli azzurri senza nuvole. Se i nuvoloni grigi fossero persone, sarebbero quelle di cui mi piacerebbe conoscere la storia. È molto più interessante capire cosa potrebbe nascondersi dietro uno strato di nuvole che avere sempre di fronte una tavola azzurra.
Il vero amore è una specie di malattia. Non l'avevo mai capito, leggendo i libri e le poesie, cosa fosse a spingere le persone più razionali a fare cose tanto folli e insensate. Ora ho capito: è una malattia. Ti ammali quando meno te lo aspetti e non ci sono cure. A volte può addirittura essere fatale.
"Grazie alla penna avrei potuto dare vita alle mie fantasie, ai miei sogni" "non è troppo tardi. Puoi cominciare anche adesso, se vuoi" Hannah sorrise. "Non ne ho più bisogno. Ora ho te. Sei tu il mio sogno"
Il modo in cui sta cambiando la trama del tempo, perché comincio a sentirmi di casa nel passato e solo un ospite nell'esperienza strana e sbiadita che chiamiamo presente.
Cosa mi ero aspettata? Una svolta improvvisa? Un improbabile cambiamento delle sue abitudini? Uno sfogo, capace di spiegare in modo esauriente, la sua perenne acrimonia, consentendoci finalmente di raggiungere l'intimità che non c'era mai stata tra di noi?
Sarà sempre così, mi sono chiesta? Credo di sì. Un figlio si prende una parte del tuo cuore e può usarne o abusarne a suo piacimento. Con un nipote è diverso. Non ci sono più i vincoli e i sensi di colpa che gravano sulla relazione tra madre e figlio. La strada dell'amore è più sgombra.