Scritta da: KELLY HERMES MINOGUE
È così difficile parlare la tua lingua, vederti sorridere, decifrare ciò fai...
eppure, ho la dannata presunzione di conoscere tutte le incognite!
Composta mercoledì 14 dicembre 2011
È così difficile parlare la tua lingua, vederti sorridere, decifrare ciò fai...
eppure, ho la dannata presunzione di conoscere tutte le incognite!
E non so dirmi se, nel buio della stanza, era il tuo volto che volevo vedere o il sorriso dei miei occhi che ti volevo mostrare...
il buio, era da tanto che non stavo così al buio, eppure non c'era bisogno di alcuna luce!
Mi sono diretto in quella direzione sapendo che avrei trovato ciò di cui avevo bisogno...
foto parlanti, l'odore della pelle le stesse maniacali abitudini e perfezioni, l'ossessività di trovare "equilibrio" a tutti i costi; lì ho trovato tracce di me.
Poi mi avvicino e ti bacio...
(è un immagine a colori, luminosa ed ovattata)...
"non voglio più sentire l'odore della polvere!"
Ti ho anticipato che mi avresti fatto soffrire, ti ho parlato con il cuore, ti ho fatto respirare il mio respiro alla ricerca di un ponte verso la tua anima, ti ho mostrato le mie fragilità che non sono una mia debolezza ma il mio punto di forza, ti ho mostrato la mia essenza in modo tale che non ci fosse alcun dubbio sulla mia sincerità emotiva e sui miei sentimenti... Mi hai visto piangere e, ti ho visto piangere per me (cosa che non avevi mai fatto prima per nessuno!) Mi hai detto: "ti amo".
Il Romanticismo sopravvive oltre ai contenuti di una lettera d'amore.
Non vi è alcuna necessità di leggerla: potrebbe essere vuota!
Vuota di contenuti, vuota di parole che non vogliamo scrivere; vuota!
Allora, non vi deve essere alcuna necessità di aprirla per la bramosia di leggerla, ma solo la gioia di averla ricevuta perché ciò che conta, ciò che vale, è "Chi" l'ha scritta, il contesto in cui è stata scritta e come ci è stata recapitata, ciò che conta è il brivido nel prenderla in mano...
È così bello poter utilizzare un linguaggio che pochi conoscono:
anche le risposte alle domande, con quel linguaggio formulate, risultano essere più chiare! Così facendo ci si accorge di utilizzare dei termini per analogia (ma senza una logica), di comporre delle frasi criptiche o sconnesse da un sistema predefinito; mentre lo facciamo ci auguriamo che qualcuno si sforzi di capire le parole e il loro utilizzo in quel contesto e ci risponda nella maniera in cui noi vorremmo ricevere risposta.
Capito che non c'era nulla da capire se non quello che aveva già a suo tempo capito, non si interessò del contenuto della scatola ma del solo fatto che le era stata data in dono...
No, la scatola non necessita di essere aperta, siamo noi che ci mettiamo nella condizione di volere o meno aprirla non curandoci del fatto che essa potrebbe essere "nata" solo per essere una scatola chiusa e da donare; il suo contenuto è chi ti ha fatto quel dono e poco importa sapere di che materiale sia la scatola.