E si aspetta la domenica, quasi impaziente, o magari arriva e basta e poi a qualsiasi ora va bene, meglio presto se vuoi fare gli affari. Lo vedi snodarsi dove durante la settimana c'è il traffico cittadino, lì proprio nel cuore, a Trastevere, è immenso, inimmaginabilmente variopinto e profumato, maleodorante a tratti, il mio Porta Portese. Quante volte m'ha ingannato, altre invece m'ha fatto fare l'affare. Rimane comunque irresistibile Porta Portese.
Torture diurne dell'edicolante impazzito che uccise la donna della sua vita, rivendicandola, cambiandola con la stessa carta assassina, ma più diretta.
Notte di pioggia questa, tra sogni pornografici e bave colanti, il russare violento di un vecchio stanco, formiche laboriose sul mangime per pappagalli esotici, stampelle vuote signori. E ho detto tutto, stampelle vuote.
Ogni giorno si sfiora l'inferno, in tutte le sue maschere. Ogni cosa è inferno, anche senza sangue, bastano forse poche lacrime di disperazione, paura e angoscia per scaturire un inferno. Ci si deve proteggere all'interno della propria bolla e sorridere, anche se va tutto male, specialmente alle persone alle quali vogliamo, e che ci vogliono, bene. Ti prego, sorridi sempre.
Penso che rimarrò solo per molto ma molto tempo. Mi piace pensare e stare solo. Io e io, e basta. E tu che non servi a niente non esisti per me. Ora devo solo pedalare e pensare a me stesso, prima che mi spenga senza accorgermene, non voglio questo, devo reagire agli influssi negativi che ho incarnato in me. I miei occhi, il mio cervello, il mio spirito, i miei sensi devono godere dello spettacolo che procuro pedalando e pensando a quando sarà.
E l'intagliatore? Dov'è l'intagliatore? Non starà mica ancora nel labirinto di siepi a giocare con lo scudiero? Mi domandò il re quattro giorni prima della mia partenza per la Terra Santa.
Asfalti gialli di luce di lampioni ormai stanchi e prossimi a spegnersi e chinarsi al sole che, anche se lieve e spento, è pur sempre il sole. Mi capite vero? Sembro pazzo a volte, ma non lo sono. Ho un mio mondo dove vivo e cerco rifugio, sogno, rido, scherzo, cresco e realizzo il desiderio. Se questa è pazzia... vorrei treni veloci e macchine strane di diametri indecifrati tra alberi secolari pronti al taglio e lanterne e lucciole di montagna, che mese era mamma? Ero ancora piccolo, eppur ricordo a volte di giochi e pensieri, sensazioni e lacrime per non voler andar via da loro. Sento ruscelli e il freddo bello, il respirare profondo e sentire il gelo su per il naso, quel pulito buono che fa sempre bene. Non vorrei mai smettere di respirare in montagna.