Gesù si rivolge a noi, si fa "incontro" per noi, chiedendoci una cosa sola non "cosa hai fatto?", ma "mi ami?".
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Gesù si rivolge a noi, si fa "incontro" per noi, chiedendoci una cosa sola non "cosa hai fatto?", ma "mi ami?".
L'unica condizione per essere sempre e veramente religiosi è vivere sempre intensamente il reale.
- Perché l'aspettavano così?
- Perché credo in quello che dico.
- Questo e basta?
- Sì.
Il sogno svuota la testa dopo averla riempita di nubi.
Quando i nemici verranno per sterminare il nostro popolo noi risponderemo con la bellezza dei nostri canti.
Nella musica, nel panorama della natura, nel sogno notturno, è a qualcosa d'altro che l'uomo rende il suo omaggio, da cui aspetta: lo aspetta. Il suo entusiasmo è per qualcosa che la musica, o tutto ciò che è bello al mondo, ha destato dentro.
Tutti i nostri canti si riconducono alla scoperta e riscoperta di quello che dico sempre: a giudicare il significato di quel che facciamo; a stabilire il valore del tempo...
Non si possono pensare le cose vere se non in un'aura di canto. Se non si canta, se il cuore non canta, la cosa non è vera.
Sei proprio come questo mare: immenso ed arcano, che sempre lo senti dire un suo misterioso profondo, che capisci, ma non sai ridirtelo a te stesso con parole comprensibili e determinate; questo mare che ora è calmo ed a stento lo odi ora ansare sulla riva e sembra che sogni, e dopo poche ore è tutto tribulato ed ansimante e appassionato, e non sai il perché... ma calmo o agitato, silenzioso o irato, il mare ha ogni giorno ed ogni istante un minimo comun denominatore, un significato base unico ed inesorabile, che è la sua grandezza: il senso travolgente di una immane aspirazione all'infinito, al mistero infinito.