"Ti amo" furono le sue uniche parole. Amava me, nessun altro, ne ero certo; non mi amava moltissimo, mi amava soltanto. Perché amare moltissimo è come non amare affatto, l'amore non ha peso, l'amore è come ossigeno, non è un piacere, è indispensabile.
È disarmante scoprire che conviviamo concretamente con paure che ad oggi, rivelano inconcreti rischi. Paradossalmente siamo vittime di noi stessi, più di quanto crediamo esserlo degli eventi.
Bisogna comprendere che la vita è fatta di soli passi in avanti, di porte che si chiudono inevitabilmente alle nostre spalle e altre che si aprono dinanzi agli occhi. Inutile sarà l'immobilità nell'anticamera della vita, dove aggrappati ad una porta ormai chiusa, si finirà per non varcare una soglia che ci attende.
L'unico motivo che ci spinge a vivere, è trovarne uno per cui valga la pena smettere di morire. Quel motivo forse è solo un'utopia, ma è l'unica cosa che ci mantiene in vita.
Scegliere è ciò che può renderci felici. Scegliere ogni giorno, forse, renderà ogni istante felice. Ma la consapevolezza d'essere felici, arriva quando si comprenderà che le nostre più importanti scelte non sono vincolate alla nostra capacità di scegliere. Non si sceglie il figlio d'amare, ma si sceglie d'amare. Non si sceglie la persona d'amare, ma si sceglie d'amare. Non si sceglie il genitore d'amare, ma si sceglie d'amare. La felicità è nascosta dentro ogni essere che scegliamo d'amare, ma non dietro alla consapevolezza di poter scegliere chi amiamo. L'amore, una macchina meravigliosa... l'amore.
Le persone felici le riconosci ovunque, hanno la malinconia di chi ha lasciato ormai andare gli anni migliori attaccata ai ricordi del passato; hanno l'aria di chi ha sofferto ma ha saputo reagire e negli occhi la soddisfazione d'aver accettato con clemenza i propri fallimenti, perché i fallimenti sono solo delle porte aperte su possibili e future vittorie.