Scritta da: Luigi Moretta
Quando la pazienza finisce, l'impazienza punisce.
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Quando la pazienza finisce, l'impazienza punisce.
Ho già visto quegli occhi. Sono gli occhi tristi di una persona stanca, senza ambizioni, con il cuore ricco e l'anima vuota.
I cambiamenti non si verificano da soli, c'è sempre un movente che precede il risultato.
Prima giudicano... e poi commettono gli stessi errori delle persone da loro giudicate.
La tristezza non deriva dagli avvenimenti spiacevoli che accadono, ma deriva dal cuore del soggetto in questione, ci sono tre tipi di cuori, quelli felici, quelli tristi e quelli che si fanno comandare dalla mente, che maschera il loro essere.
Non si può conoscere la vera felicità senza aver testato sul proprio cuore la sofferenza per il dolore più atroce.
Il mondo gira al contrario, più passa il tempo, e più diventiamo stupidi.
Quando un amore finisce l'unico antidoto è il tempo, ci sono tante persone con cui condividerlo, quando un'amicizia finisce non esiste antidoto, gli amici sono tutti diversi, ed ognuno a modo suo ha la capacità di farci stare bene.
Le persone ingannano loro stesse fingendo di essere qualcuno che in realtà non si è, per poi divenire il frutto della propria creazione chiedendosi se in realtà quella persona è realmente essa o è solo un prototipo di quello che si è scelto di essere.
Continuare a sorridere nei momenti di sofferenza potrebbe avere cause inaspettate, come non saper più ridere nei momenti felici.