Scritta da: Obsidienne
Credo nella passione che cresce.
dal libro "Se solo fosse vero" di Marc Levy
Credo nella passione che cresce.
Il nettare della felicità che non sarà mai consumato, per colpa della negligenza, dell'abitudine, della certezza e della presunzione.
"Tutti temono la quotidianità, come se si trattasse di una fatalità che porta la noia, l'abitudine, io non credo a questa fatalità."
"A che cosa credi?"
"Credo che la quotidianità sia la fonte della complicità, è nel quotidiano che si possono inventare il lusso e la banalità, l'eccesso e le cose comuni"
Nessuno possiede la felicità, talvolta si ha la fortuna di averla in affitto e di esserne l'inquilino. Bisogna essere molto precisi nei pagamenti, se no ti espropriano in fretta.
"Mia madre mi ha riempito la testa di storie sull'amore ideale, avere degli ideali è un handicap molto pesante."
"Perché?"
"Perché così la posta è molto alta."
"Per l'altra?"
"No, per te stesso."
"Hai avuto molte donne nella tua vita?"
"Quando si ama, non si tiene il conto!"
Perché è mentre si calcola, mentre si analizzano i pro e i contro, che la vita passa e non succede niente.
È quando si dà quel poco che si ha che si dona veramente.
Forse è questo il Purgatorio: un'eterna solitudine.
"Le dispiacerebbe darmi un bacio sulla guancia? Così sembra un bambino di dieci anni, le ho solo chiesto di darmi un bacio. Sono sei mesi che nessuno lo fa."
Arthur ritornò sui suoi passi, le si avvicinò, la strinse, cingendola per le spalle, e la baciò su entrambe le guance. Lauren gli posò la testa sul petto e Arthur si sentì maldestro e smarrito. Goffamente le chiuse le braccia intorno ai fianchi. Lauren fece scivolare la testa sulla sua spalla.