in Frasi & Aforismi (Amore)
Parlami di un bacio, dimmi dell'eterno, di una grotta senza tempo. Entra calore, si schiude la bocca! Perle su perle, serpenti in danza, elisir d'assenzio nelle vene e sangue nel bicchiere.
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Parlami di un bacio, dimmi dell'eterno, di una grotta senza tempo. Entra calore, si schiude la bocca! Perle su perle, serpenti in danza, elisir d'assenzio nelle vene e sangue nel bicchiere.
Un tempo ostico nello spazio di pochi attimi, eppur mi narravi, come un profumo di immagini diafane che non tacciono. Cosa è mai questa orma sulla spiaggia degli eroi? È forse il solco di un uragano andaluso che cerca solo noi stessi? O cos'altro? Forse, forse è qualcosa che ti lega alla tela del mio cielo a tratti irrequieti di un rosa pacato e guizzi di fumo, di fiori azzurri, di marzo, di gente e rivoluzione, di emozioni all'arrembaggio sulla linea infuocata dove riposa un tuo sguardo. Legame superbo e sottile in cui vivi il frammento di una vita, la mia.
Con occhi di azzurre vedute canta la mia libertà come figlia del vento. Lunghi vigneti come spazi fra i capelli, campi di grano, ulivi e cemento. Troppo lontana la mia libertà fatta di pioggia di neve, di rovi infiniti e bacche. Una corsa nel prato fra i girasoli dei miei dolci anni, la mia libertà agognata. Il temporale che bagna i corpi nel fieno appena colto, la mia libertà difesa. Mentre si apre il cielo su ripidi torrenti che carezzano le pietre, ospiti eterne de greto, la mia libertà costruisce fatica. Ecco, nasce l'arcobaleno col chiarore del primo giorno. Sbadiglia l'alba sul castello di stagnola, saluta anch'essa la libertà conquistata, mia ultima invenzione.
Non c'è niente di concreto al mondo, ogni cosa è pura illusione, pura menzogna. Noi stessi siamo fragili sagome riflesse in un grande specchio che si guardano, si amano, si odiano, poi si scontrano fino a frantumarsi nel vuoto della futile esistenza.
Conoscerti è incontrare un'immagine senza tempo e senza passato, in un mondo sordo ai richiami che sembra riderne attraverso la mezza luna bugiarda di un cielo lucido di lacrime. La notte ti culla in una pennellata di blu e tu steso in contro alle stelle scaldi con un sorriso il vento impaziente che venga il sole. Trasportate dall'infinito cadono le ore sulle tue mani mascherando l'incertezza del nuovo giorno e le dita scivolano lente tra le corde, riflettono tra due accordi di silenzio, tremano poi dove forse tutto ha senso.
È arrivato un treno che portava l'attesa, l'ultima fermata eri tu, tutto un mondo, tutta una vita. Ho capito l'amore quanto fa male dopo averti abbracciato perché ero arrivata e solo lì avrei voluto morire.
La fiera, la musica, i suoni... Canta una giostrina e si alza il sipario sulle marionette; non dimentico quel giorno, ti avevo con me e tu volevi solo me fra lo zucchero e i sapori.
Da lontano le luci dei pescatori sembrano lucciole smarrite riflesse sul mare. Fra infiniti granelli di sabbia, noi due vestiti di vento mangiamo la luna e beviamo la notte poiché già d'amore siamo sazi.
I profumi dell'oriente circondano le sagome incoscienti della loro audacia. Un'ebbrezza di rose sale alle narici e poi due baci si parlano quella notte come non mai.
Mi raggiungi? Io ti aspetto qui. So che arriverai, manca poco e dove mai potrebbero andare i miei passi? Sfuggi, lasci l'amaro e corri. Cosa è necessario se non quello sguardo nello specchio che mi lasci per addolcire la giornata in una tazzina senza fondo?