Scritta da: Mauro Lanari
Su ciò di cui non si può parlare, si deve mentire.
Composta venerdì 16 settembre 2016
Su ciò di cui non si può parlare, si deve mentire.
Con l'attuale hype dell' "utonto webete", non solo non condivido il piagnisteo dei "laudatores temporis acti", ma penso che l'antidoto sia intrinseco al medium: la caciara di miliardi simultaneamente connessi online ne azzera la possibilità d'ascolto e quindi il potenziale comunicativo, condannandosi a una sorta di silenzio da rumore bianco.
Forse c'è un discrimine tra "fallito" e "perdente": il secondo è colui che rinuncia in partenza, mai contagiato dal desiderio di provarci, fare un tentativo, intraprendere l'esperimento, cercare di riuscire nell'impresa. Si dà per sconfitto a priori.
Le critiche costruttive non esistono. E anche questa è una critica.
Se il vocabolario non inganna, l'affetto designa pure una condizione medico-patologica. Fors'è per questo che così spesso nella vita affezione e afflizione fanno rima.
C'è una speranza infìda e perfida: quella ch'ipoteca il futuro opponendosi a un sostanziale approfondimento dello status quo. Tale speranza collassa l'"ave crux, unica spes" e l'"ave spes, unica crux".
"Egregio" deriva da "ex gregis": una vita e un comportamento "fuori dal gregge" sono migliori o peggiori? Domanda senza risposta: non c'è più nessuno che sia interessato a testarla. Ma forse questa è già la risposta.
Finché prende l'essere umano a modello esemplare, l'esobiologia non troverà mai alcuna forma di vita intelligente.
L'utopie sociopolitiche falliscono poiché, ignorando l'olismo, manco s'accorgono d'essere intrinsecamente connesse all'utopie cosmiche. Mic e local non cambiano se non cambiano pure mac e global, altrimenti s'avrebbe la coesistenza d'una singolarità universale in completo contrasto con tutta la rimanente realtà.
Gli storic'insistono a definire conclusa la seconda guerra mondiale nel'45-'46, quand'invece all'epoca Germania e Giappone persero solo la battaglia per poi dominare economicament'e industrialmente l'intera restante metà del secolo.