Scritta da: RisMa
in Frasi & Aforismi (Politica)
L'esistenza di una maggioranza, implica logicamente una minoranza corrispondente.
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L'esistenza di una maggioranza, implica logicamente una minoranza corrispondente.
Il guaio di farsi una cultura è che il processo richiede molto tempo; ti brucia la parte migliore della vita, e quando hai finito l'unica cosa che sai è che ti sarebbe convenuto di più fare il banchiere.
Era l'unico modo possibile. Adesso mi è tutto chiaro. Essere indecisi non è necessariamente negativo. Non vedere tutto in termini di slogan e partiti organizzati e fedi e morte può essere una convinzione per la quale vale la pena di morire. Pensavo di non avere credo. Adesso mi rendo conto di averne uno molto forte.
Pensava che fossi un fattore di stimolo sul suo nastro della realtà, disse fra se. Così ha creduto che sarei morta quando lui fosse "morto". Che strano, riflettè. Perché mai lo avrà pensato? Non aveva mai avuto contatti con il mondo reale; aveva "vissuto" in un mondo elettronico tutto suo. Che strano.
"Signor Danceman" disse quando il collegamento con l'ufficio venne stabilito. "Poole è andato. Si è autodistrutto proprio di fronte a me. Sarà meglio che venga qui."
"Finalmente ce ne siamo liberati."
"Sì, è contento?"
"Manderò un paio di uomini dal negozio", rispose Danceman.
Dietro la donna, vide Poole che giaceva accanto al tavolo della cucina. "Vada a casa a riposarsi" disse, dandole istruzioni. "Deve essere stanca dopo tutto questo."
"Sì. Grazie, signor Danceman." Sarah riagganciò e resto lì, immobile, senza uno scopo. Fu allora che notò qualcosa. Le mie mani, pensò. Le tenne alzate. Come mai riesco a vedere attraverso le mie mani?
Anche i muri della stanza stavano diventando confusi. Tremando, tornò dove giaceva l'inerte robot e rimase accanto a lui, non sapendo cosa fare. Attraverso le sue gambe vedeva la moquette, poi la moquette si fece confusa, e lei vide, attraverso essa, ulteriori strati di materia che si disintegravano. Forse se riesco a fondere insieme le due estremità... pensò. Ma non sapeva come. E anche Poole stava cominciando a svanire. Il vento del primo mattino le soffiò addosso, ma Sarah non lo senti; ormai aveva quasi smesso di sentire.
Il vento continuò a soffiare.
Lei deve leggere e accettare il mio libro per il suo valore nominale, così come io accetto ciò che vedo.
Richiuse il libro con violenza. Il suo vero nome probabilmente è Abendstein. Di certo l'SD è già sulle sue tracce. [...] Questo libro, pensò Freiherr Reiss, è pericoloso. Se un bel mattino Abendsen venisse ritrovato appeso al soffitto, sarebbe una notizia confortante per chiunque si fosse fatto influenzare dal suo libro. Saremmo noi ad avere l'ultima parola. A redigere il poscritto.
Ci ha parlato del nostro mondo, di questo mondo, che in questo momento è intorno a noi. Vuole che lo vediamo per ciò che è. E io ci riesco, ci riesco sempre di più ogni momento che passa.
"Credo che abbia avuto molto coraggio", disse Juliana, "a scrivere quel libro. Se l'Asse avesse perso la guerra, noi potremmo dire e scrivere quello che ci pare, come facevamo prima; saremmo un paese unito e avremmo un sistema equo, uguale per tutti".
Io sono un occhio.
Il lavoro come sempre lo annoiava. Così si era recato, la settimana precedente, al trasmettitore della nave e ne aveva allacciato i condotti agli elettrodi permanenti che uscivano dalla sua ghiandola pineale. I condotti avevano trasferito la preghiera al trasmettitore, e da lì la preghiera era passata al più vicino centro d'ascolto; la preghiera, in quei giorni, aveva fatto il giro della galassia, per finire (almeno lo sperava) su uno dei mondi divini.