Si domandava se sarebbe mai giunto un momento nella sua vita in cui non avrebbe pensato a lui, non lo avrebbe ascoltato parlare nella sua testa, non avrebbe rivissuto ogni momento trascorso con lui, non avrebbe desiderato la sua voce, le sue mani, il suo amore. Non aveva mai pensato a come doveva essere amare qualcuno a tal punto; di tutte le cose che l'avevano sconcertata nelle sue avventure, questa era quella che la sconcertava di più. Pensava che la tenerezza che le lasciava nel cuore era come un livido che non sarebbe mai sparito, ma le sarebbe stato caro per sempre.
E sapeva anche che i daimon non sarebbero più mutati, adesso, dopo aver sentito delle mani innamorato su di loro. Quelle erano le loro forme definitive: non ne desideravano altre.
Nella luce spettrale lui vide i capelli splendenti della ragazzina, la sua bocca serrata, i suoi occhi schietti; sentì il calore del suo respiro, percepì il profumo familiare della sua carne.
Will si girò e le fece un puro sorriso, così radioso e gioioso che Lyra sentì qualcosa che incespicava e barcollava dentro di lei. insomma, così le sembrò, ma senza Pantalaimon non sapeva dire cosa significasse. Forse il suo cuore aveva trovato un altro modo di battere. Profondamente sorpresa, si impose di camminare dritta e di smettere di sentirsi frastornata.
Il ragazzino sentì un tono nelle sua voce e vide un'espressione sul volto che ben conosceva e che amava sopra ogni altra cosa: quei segni rivelavano che Lyra aveva in mente qualcosa di temerario, ma non era ancora pronta a parlarne.
Lei poteva tornare indietro. Poteva dire: "No, è una pessima idea, non dobbiamo farlo." Poteva essere fedele al suo cuore, al legame vitale che la univa a Pantalaimon, poteva anteporre questo a tutto, poteva allontanare il resto dalla sua mente, Ma non poté.
C'era una barriera di rete a maglia fine, fra di loro, ma lui faceva ancora parte di lei, erano ancora uniti. Per ancora un secondo, o poco più, era ancora la sua anima, la cara e unica anima sua.
Lyra era in lacrime. Il suo diletto, il suo ardito, il suo intrepido campione stava per morire, e lei non l'avrebbe tradito distogliendo lo sguardo, perché se mai lui l'avesse guardata doveva vedere i suoi occhi scintillanti di amore e fiducia, non un viso nascosto vilmente, una spalla voltata via per timore.