Scritta da: Brezza
Non resistere e non resisterò. Al diavolo il buon senso, ti aspetto alle porte dell'inferno.
Composta martedì 21 ottobre 2014
Non resistere e non resisterò. Al diavolo il buon senso, ti aspetto alle porte dell'inferno.
Scivolano i ricordi sotto i nuovi giorni, chiacchiere li annebbiano, risate li nascondono.
C'era il tuo viso in tutti i miei sogni. Ora il sonno è solo riposo e il presente ha un posto vuoto.
Ma se discuterne soltanto non serve a nulla, se agire per qualcosa che ha il suono di "rivoluzione" fa ridere anche i sassi, se non ci lasciano spazio, se nessuno si aspetta di più da noi, cosa ci resta da fare?
Come può l'amore essere ridotto ad un piano?
Un piano per conquistarla, un piano per non cedere in fretta, un piano per portatela a letto, un piano per farti richiamare il giorno dopo, un piano per non lasciartela sottrarre da un altro, un piano per fargli pronunciare la fatidica proposta, un piano per sfuggire alla fatidica proposta ormai imminente, un piano per farti lasciare... Un piano. Mi serviva un piano per non farmi travolgere da questo limbo.
"Ti voglio bene, non può bastarti?", mi chiese prendendomi per il mento, costringendomi a guardarlo negli occhi.
E più m'immergevo in essi, più avvertivo con ogni cellula del mio corpo che non desideravo altro e non potevo farci niente. Non c'erano dubbi, né su quello che provavo né su ciò che non sarebbe mai accaduto, né quindi sulla conclusione del nostro rapporto.
"Io ti amo, può non esserti un soprappiù?".
La risposta era ovvia per entrambi: No. Non potevano esserci mezze misure. Non potevamo trovare dei compromessi in questo.
"Adesso, se lo vuoi ancora, sono qui. Tua. Per sempre".
Ed anche se sapevo - e lo avevo appreso duramente e fin troppo bene in quell'estate - che tutto sarebbe potuto cambiare. Anche se "per sempre" era un sacco di tempo, in quell'attimo non importava, perché l'eternità ci apparteneva.
"Non hai mai creduto all'amore eterno", mi ricordò.
Era vero. Mi avevano sempre fatto ridere quei classici, tipo Cime Tempestose. Una reazione forse un po' anormale, come sosteneva Cinzia.
"È ancora così", assentii. "Io non credo nell'amore, credo nel tuo amore...".
Mi hanno frammentata ma io mi sento più integra di ieri.
Perché mi sono ridestata, non da un sogno, ma dalla realtà.
Oggi io sono un sogno.
E i sogni non possono essere spezzati: o svaniscono o volano in alto...
Io sto volando.
Le mie ali sono i miei ideali e il mio cielo è la speranza.
Oggi sono intera, perché ho capito di non avere bisogno di colui che continuo ad attenere per sentirmi viva.
Finché avrò desideri, io sarò viva...
Io volerò e lascerò precipitare altri frammenti di me, ma mai me.
E quando t'incontrerò, non saranno due metà che diventano una. Ma saremo due unità che raddoppieranno la misura dei nostri cieli...
Perché noi saremo sogni e i sogni non hanno confini, se non quelli imposti dalle nostre incertezze.
Ma noi non ne avremo.
Oggi torno a crederci.
Oggi torno alle mie parole...
Mi ha condotto fino a qui, insegnandomi la differenza tra i sogni di un bambino è quelli di un adulto: i primi possono soltanto sognare, mentre i secondi possono tentare di realizzare ciò in cui credono.
Ogni sogno che si realizza
è una speranza per chi non vi è ancora riuscito,
è una certezza per continuare a crederci.