Quindi figlio unico giocavo a palla da solo contro il muro e qualche volta paravo, avevo anche una mania: provavo a sentirmi sempre libero.
Commenta
Quindi figlio unico giocavo a palla da solo contro il muro e qualche volta paravo, avevo anche una mania: provavo a sentirmi sempre libero.
Vorrebbe farsi un letargo e prova a chiudere gli occhi ma lui sa che il letargo viene solo d'inverno, riapre gli occhi sul mondo, questo mondo di mostri che hanno solo due zampe ma sono molto più mostri. Gli resta solo una cosa, chiamare il suo mondo lontano, lo fa con tutto il suo fiato ma sempre più piano. Vorrei poterlo salvare, portarlo via con un treno, lasciarlo dopo la pioggia là sotto l'arcobaleno.
Sei una creatura di prima scelta sopra il banco del reparto convenienza, sono io lo scatolone che ti tiene verticale e ti proteggo perché tu non vada a male.
Non c'è nemmeno necessità di effetti speciali in questa città perché c'è già abbastanza agitazione e panico da vincere un Oscar.
Siamo le campagne vuote per dei trattori senza ruote, distese di maglie da calcio sotto un cielo blu cobalto, io non ho mai rubato niente al mercato o in gioielleria, nel mio paese avevo un posto in polizia.
Davanti c'è una lunga fila di ricordi, materiali riciclati da non scoperchiare, ti fanno scendere i rimpianti prima dei rimorsi e li ritrovi perché li hai nascosti male. Davanti c'è una lunga fila di ricordi, certi legni ritornati in riva al mare, promemoria che diventano capelli bianchi e costringono gli astemi a sbicchierare.
Io sono un portatore sano di sicuro precariato e anche nel privato resto in prova e ho un incarico a termine lo so ma ho molta volontà, non c'è pericolo.
... Come i sogni che farai, o prenderai a noleggio
quando ti addormenterai... con le scarpe sul letto.
Cadono le stelle e sono cieco, e dove cadono non so
cercherò, proverò, davvero... ad avere sempre su di me
il profumo delle mani, riuscire a fare sogni tridimensionali
non chiedere mai niente al Mondo ho solo te
come una cosa che non c'è, cercando dappertutto, anche in me.
Ti vedo... ti vedo.
Come appiccica la colla dietro le fotografie, non si stacca e se la strappi viene via il primo strato soltanto della nostalgia.
Ho calcolato col pallottoliere tutte le ansie che in un giorno riempiono il bicchiere fino all'orlo ma poi la bocca le beve.