Scritta da: Andrea Manfrè
Se i tempi non chiedono la tua parte migliore, inventa altri tempi.
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Se i tempi non chiedono la tua parte migliore, inventa altri tempi.
Quando c'è una difficoltà non è indispensabile saper fare grandi cose, basta che uno abbia coraggio e faccia la cosa che sa fare.
La vita di un puntuale è un inferno di solitudini immeritate.
Un cinghiale si scontrò con un guidatore di Suv che andava a centocinquanta. L'animale ebbe la peggio. Il cinghiale invece se la cavò con una zampa rotta.
La felicità forse è un'altra cosa, ma quello che mi è passato sotto gli occhi, questi anni, non lo cambierei mai con niente.
Uno crede che una volta che le cose vanno bene, che hanno preso l'anda della felicità, la strada sarà sempre in discesa, basta prendere più spinta e la goduria aumenta, diventa vertiginosa, e si sarà sempre più felici finché si raggiunge il trampolino della fortuna e si vola nel nirvana del perfetto culo.
Non è così.
Subito dossi, cunette, sassi in mezzo alla strada, e sbandate fuori dai tornanti. E davanti a noi una gran salita che non si vede la cima.
Per ribellarsi bisogna saper guardare oltre i muri, oltre il mare, oltre le misure del mondo.
Per ribellarsi occorrono sogni che bruciano anche da svegli, occorre il dolore dell'ingiustizia, la febbre che toglie all'uomo la malattia della paura, dell'avidità, del servi.
Le cose muoiono: questa è la prima cosa che non puoi cancellare, una volta che l'hai davvero scoperta. Le cose guariscono, le cose ricominciano, le cose tornano. Questa è una cosa bella da tenere in testa, ma non la puoi avere sempre, la speranza fa il gioco del sole nel bosco, sparisce, riappare un attimo, poi di nuovo è ombra e oscuro.
Lui - Dove sono gli occhi tuoi neri,
e il profilo tuo da Dea,
mi consumo nell'idea,
di poterli riveder.
Lei - Sono azzurri ora i miei occhi,
poiché ho le lenti a contatto,
ed il naso l'ho rifatto,
deh riconoscimi o mio amor.
Lui - Piû non vedo la tua bocca
piccolo biocciolo di rosa
che baciavo voluttuosa.
E il tuo virginale seno
che tenevo in una mano
or mi sembra assai più grande
quattro volte crebbe almeno.
Lei - Oh mi turba quel ricordo
ma son io sempre la stessa
la mia bocca è un po' più grossa
ed il seno mio trabocca.
Mi cambiò il silicone
ma non cambiò mai la mia passione.
[cantano] Oh, il nostro amor non invecchierà [mai
e insieme a lui non invecchieremo noi
anche se non so più chi sono
e non so più chi tu sei.
Lei - Il to cuore batte in petto,
del tuo ardore sento il suono
ma non riconosco il tocco
della tua virile mano.
Lui - Il mio cuore vecchio e stanco
subì un abile trapianto
e la mano non è mia
è sintetica, è una protesi.
Fu recisa in un duello
nel giardin di Fontainebleau
un chirurgo la riattaccò.
Lei - Oh destino sciagurato
così tanto ci ha cambiato.
Aspettando in speme e pianto
anch'io subii un trapianto
e cambiai tre volte sesso,
ma il mio amore per te è lo stesso.
Lui - Oh destino sciagurato
così tanto ci ha mutato.
Più nasconderlo non posso
ti dirò la verità.
Il tuo amore no, non sono
Il tuo amor morì soldato
ma una goccia del suo sangue
fu clonata ed io son nato
copia esatta e replicante
del tuo antico dolce amante.
E l'amor restò uguale
non respingermi anche se
io non son l'originale.
Lei - Questa verità segreta
il mio cuore indora e allieta
Neanch'io son la tua amata
ma una copia assai riuscita.
Lei la tisi consumò
io polmoni non ne ho.
O mio ben fai ciò che vuoi
con i materiali miei.
Il mio cuore tuo sarà
ai voleri tuoi mi arrendo
io ti giuro fedeltà
ecco il mio telecomando.
[insieme] il nostro amor non invecchierà mai
e insieme a lui non invecchieremo noi.
[lei inizia a perdere la voce, come se le si scaricasse la pila, come un disco a trentatré giri]
Lui - Mimì... Violetta [al pubblico] la pila non le lascia... che poche ore...
Lei - Amore... muoio... mi scarico... maledetti!
Povera vita mia,
ero ancora in garanzia.
Dal Libro Le Beatrici.