Cercare la speranza e farla crescere, coltivarla in noi stessi e in chi ci sta vicino, non arrendersi a ciò che adesso la società ci impone, alla sua volgarità, alla sua violenza, ma vedere tra queste cose dei segnali di cambiamento, custodirli e alimentarli come nell'antica Roma le Vestali custodivano il fuoco. Senza sonno né distrazione.
Si giunge all'idea del matrimonio sulle ali inebrianti dell'innamoramento. A questo segue il dovere della rappresentazione sociale: il vestito, la cerimonia, le bomboniere, il ricevimento, la casa, il viaggio di nozze. E così uno o due anni volano via, con gli anni vola anche l'innamoramento e allora subentra negli sposi l'idea di aver preso una fregatura.
La vita non è un belvedere panoramico ma un cammino, e questo cammino presenta spesso dei punti in salita. Davanti all'improvviso inerpicarsi del sentiero si possono fare due cose, come nelle gite. Si può dire: non ce la faccio più e tornare indietro; oppure ci si riposa un po' e si va avanti.
C'è una povertà in questo tipo di vita, una povertà diversa da quella materiale di una volta. Una povertà interiore che, più che far paura, umilia. Umilia la grande ricchezza, la grande potenzialità che c'è in ognuno di noi.
L'amicizia è uno dei sentimenti più belli da vivere perché dà ricchezza, emozioni, complicità e perché è assolutamente gratuita. Ad un tratto ci si vede, ci si sceglie, si costruisce una sorta di intimità; si può camminare accanto e crescere insieme pur percorrendo strade differenti, pur essendo distanti, come noi due, centinaia di migliaia di chilometri.