Scritta da: Tatiana Minelli
La gente non sa leggere un libro, figurati se sa leggere dentro di te.
Composta venerdì 9 agosto 2013
La gente non sa leggere un libro, figurati se sa leggere dentro di te.
Sono felice, nonostante l'amore, nonostante le persone, nonostante le voci dentro e fuori e credo non ci sia felicità più grande di questa: la libertà da tutto e tutti.
E che me ne faccio di chi si ferma all'apparenza? Di chi si sofferma solo su ciò che vuole vedere, di chi non vuole cercare il perché dei muri costruiti anno dopo anno, di chi preferisce parlare e basta invece di ascoltare i silenzi che rimbombano dentro, di chi non ha mai compreso che dietro un viso si nasconde un mondo. Di chi, purtroppo, non sentirà mai la soddisfazione di dire di aver conosciuto veramente una persona.
Viviamo in un mondo di attese, e di arrese.
Mi dicono "hey, sei forte!". Devo esserlo per forza, ho dovuto esserlo per forza. Per sopravvivere. Perché questo mondo se ne fotte che tu sei buono, gli altri se ne fottono di te e se possono ti fottono. Perciò sono forte: perché non c'era altra via di uscita.
E ti chiedi i tuoi "perché" ogni giorno, te li chiedi per abitudine, solitudine, per ricordarti che respiri e che sei un essere pensante, dolorante, insistentemente perso in sé.
E ti chiedi, senza mai risponderti o averti.
Perché tanto alla fine quasi tutti ti useranno in qualche modo, e a te non resta che guardare nuovamente lo stesso spettacolo da anni, con un sorriso stampato in faccia, facendogli credere di non aver capito nulla.
La gente ha il vizio di sparire, e la brutta abitudine di riapparire.
Non importa come arrivi o come te ne vai, ma cosa hai saputo lasciare al tuo passaggio.
Crediamo di consolarci quando vediamo qualcuno che sta peggio di noi, ma forse quel qualcuno è solo il riflesso di ciò che siamo o che potremmo diventare continuando sulla stessa strada.