in Frasi & Aforismi (Musica)
Se anche torneremo uguali a prima non importa, se dovrò mandarmi in cenere, per ritornare a vivere...
Composta sabato 2 aprile 2011
Se anche torneremo uguali a prima non importa, se dovrò mandarmi in cenere, per ritornare a vivere...
Era guasta, infelice e romantica. Qualcosa non le era andato per il suo verso. Passava da una stella cadente all'altra.
Preferisco rimanere un'impressione, preferisco le impressioni. Le impressioni emozionano. È inutile conoscere: molto meglio supporre.
Tutte quelle romanticherie,
i tramonti,
il mare
sono sempre lì,
sono io che spesso manco!
Forse alcuni artisti vengono chiamati "maledetti" perché ti fanno male, ti fanno sentire e capire di quanto hai mancato di preciso il bersaglio della tua vita.
Solo chi cade offre la vista edificante di rialzare il capo dal fondale sottostante.
Persa nel cielo lungo la notte del mio cammino, sono due luci che mi accompagnano dovunque sto, una nel sole, per quando il sole mi copre d'ro, una nel nero, per quando il gelo mi vuole a sè.
Signora Luna che mi accompagni per tutto il mondo puoi tu spiegarmi dov'è la strada che porta a me?
Forse nel sole, forse nell'ombra così per esser, ombra nel sole, luce nell'ombra, sempre per me.
Le persone che hai amato inizieranno a essere un'eco nella cornetta del telefono portatile.
Non incontrerai mai veramente, perché avrai perso il desiderio, non ne avrai a sufficienza per costringerti a percorrere una strada, a dedicare il tempo.
A decidere e basta.
Non si riuscirà a darlo quel tempo, a nessuno, nemmeno per percorrere un pezzo di strada, saranno sempre e soltanto frammenti. Piccoli specchi su cui rimbalzare. L'amore, il contatto, il cammino, sarà solo amore rubato, vorace, rapacemente.
È l'ambizione che divora i giovani, che non gli fa fare l'amore in pace con le loro ragazze, che li fa rodere nell'indefinito tarlo della gloria, che li fa girare nel sonno sempre distratti, e alla ricerca di un appunto, che lu fa accanire senza apprendere un mestiere, che alla fine è la sostanza di tutto.
È perché anche questo non basta. I giovani vogliono farsela con quello che non si riesce a toccare.
Con le distanze che non si possono colmare, vogliono immolare la loro vita a quest'Incommensurabile. E quando anche arrivano a qualche risultato, non ce la fanno a godersela.
Li frega l'affanno.
Si poteva fare di più, e meglio, o semplicemente si poteva fare ancora.
L'insoddisfazione li fa andare avanti e gli mette una mina dentro.
Bisogna farsela invece la soddisfazione. Occorre non rimanere soli, non allenare con le proprie mani elevate e mondate dei mezzi uomini, degli storpi, degli incapaci di amare, divorati dalla bellezza e dal temp perduto.
Per gli altri semplicemente spariva.
Quando c'era, c'era del tutto, quando non c'era, non c'era per nessuno.