Scritta da: Vincenzo Sansone
Starsene zitti, a volte, non vuol dire pronunciare il silenzio.
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Starsene zitti, a volte, non vuol dire pronunciare il silenzio.
Sono carta del vostro esistere e umana penna del vostro vivere.
A voi parole, io chiedo aiuto.
Liberatemi.
Guardati e non piangere. Non rendere ruggine le tue lacrime. Non dar loro la forza di scavare su di te segni indelebili del loro passaggio. In alto lo sguardo. La pioggia scende. Lava via la sofferenza dal tuo cuore ancora scoperto.
Abbiate il coraggio di essere fragili. È l'unico modo che ha la vita di rendervi forti.
La parola alle emozioni non manca mai, è il fiato di chi la pronuncia che stenta sempre.
Tutto ciò che non trova vita nelle parole puoi leggerlo nei miei occhi.
Ti prego, non smettere mai di leggere e io non smetterò mai di scrivere.
Fa delle tue lacrime inchiostro sulla mia pelle e lascia che, come un fiume, scorra su di me il tuo racconto.
Vorrei dirti tante cose, ma nessuna di queste esiste nelle parole.
Non mi chiedere di scrivere le emozioni che provo, abbi il coraggio di farmele vivere.
Le parole non dette diventano frasi di una voce che non ha fiato.