Scritta da: Cheope
Certe persone - e io sono di quelle - odiano il lieto fine. Ci sentiamo frodati. Il dolore è la norma.
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Certe persone - e io sono di quelle - odiano il lieto fine. Ci sentiamo frodati. Il dolore è la norma.
La guardai. La guardai. Ed ebbi la consapevolezza, chiara come quella di dover morire, di amarla più di qualsiasi cosa avessi mai visto o potuto immaginare. Di lei restava soltanto l'eco di foglie morte della ninfetta che avevo conosciuto. Ma io l'amavo, questa Lolita pallida e contaminata, gravida del figlio di un altro. Poteva anche sbiadire e avvizzire, non mi importava. Anche così sarei impazzito di tenerezza alla sola vista del suo caro viso.
Vedete, io l'amavo. Era amore a prima vista, a ultima vista, a eterna vista!
Lasciai l'atrio chiassoso e mi fermai fuori, sui gradini bianchi, a guardare le centinaia di falene impolverate che nella notte nera e madida, colma di fremiti e sussulti, roteavano intorno alle lampade ad arco.
L'amore. Due persone in una, un solo pensiero, una solo ombra, che cammina, ecco perché esiste un solo numero vero: uno! E l'amore moltiplica infinite volte questa unicità.
Un buon lettore, un gran lettore, un lettore attivo e creativo è un"rilettore". La prima lettura comporta un lavoro fisico, serve soltanto a prendere familiarità con i contenuti del libro. Solo le letture successive permettono di goderne i particolari e di valutarlo artisticamente, perché l'idea complessiva del testo dovrebbe essere ormai chiara nella mente del lettore.
Raramente la disperazione umana conduce alle grandi verità.
Penso come un genio, scrivo come uno scrittore brillante, e parlo come un bambino.
La solitudine è il campo da gioco di satana.
Era Lo, semplicemente Lo, ritta sul suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita.