Non ho alcun dubbio che abbia meritato i miei nemici, ma non sono sicuro di aver meritato i miei amici.
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Non ho alcun dubbio che abbia meritato i miei nemici, ma non sono sicuro di aver meritato i miei amici.
Io celebro me stesso, io canto me stesso, e ciò che io suppongo devi anche tu supporlo, perché ogni atomo che mi appartiene, è come appartenesse anche a te.
Niente resiste tranne le qualità della persona.
Mi contraddico? Certo che mi contraddico! Sono grande, contengo moltitudine!
Mi lascio in eredità alla terra, per rinascere nell'erba che amo, se ancora mi vuoi, cercami sotto i tuoi piedi.
Eravamo insieme.
Tutto il resto del mondo l'ho scordato.
In un remoto recesso della palude,
canta un uccello timido, nascosto.
Il tordo, solitario,
l'eremita rinchiuso in te stesso, che fugge i villaggi, canta a se stesso un canto.
Canto della gola sanguinante,
canto di vita sgorgato dalla morte (perché, caro fratello, io so bene che se ti fosse impedito di cantare, certamente tu ne moriresti).
Eravamo insieme, tutto il resto del tempo l'ho scordato.
Lascia che l'anima rimanga fiera e composta di fronte ad un milione di universi.
Io mi contraddico?! E va beh... mi contraddico; io sono vasto... contengo moltitudini...