Scritta da: Bianca Ruini
in Frasi & Aforismi (Destino)
Si nasce piccoli per diventare grandi.
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Chiamatelo destino, sorte o fato, ma credeteci sempre, perché anche quando tutto sembra andar storto è proprio il destino a intervenire e correggere il tiro. Qui trovi una raccolta delle migliori frasi, citazioni e aforismi sul destino.
Si nasce piccoli per diventare grandi.
Se il fato non ti fa ridere, vuol dire che non hai capito la barzelletta.
A volte mi chiedo se sei tu che vai incontro al tuo destino, o se è il destino stesso che viene incontro a te.
È uno dei tanti interrogativi che mi sono sempre posta, consapevole che nessuna risposta non potrà mai raggiungere la profondità del mistero che provoca certe sensazioni come la morte, la felicità, la sofferenza, il bene e il male.
Ognuno se la scrive da solo la sua sorte... Credendo in sè stessi e lottando, si può cambiare il destino di ognuno...
Su una pietra ho infranto ieri un'anfora di porcellana:
Ero ebbro quando commisi quell'atto nefando.
E l'anfora allora mi disse, in un suo muto linguaggio:
"Io fui come te, anche tu come me sarai".
Finalmente avevo capito. Quanto sono stato stupido. Era cosi semplice. Avevo capito che per vederla non dovevo usare la vista, che per ascoltarla non mi sarebbe servito l'udito e che per capirla non dovevo organizzare complicati giri mentali. Bastava semplicemente che mi spegnessi; e nel silenzio e nel buio totale della mia anima avevo scoperto la luce naturale della sua bellezza. Senza filtri, senza barriere, senza maschere...
L'attenzione è la preghiera spontanea dell'anima.
Gli esseri umani, nonostante le progressive conquiste della medicina e della genetica, continueranno a nascere ignoranti. Molti, ahimè, lo resteranno per il resto della vita.
A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c'é una ragione. Perché proprio in quell'istante? Non si sa. Fran. Cos'é che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C'ha un'anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un'ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall'inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto tra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d'accordo, allora buonanotte, 'notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quar
to, fran. Non si capisce
È una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Quando, in mezzo all'Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: "A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave".
Ci rimasi secco.
Le cose proibite sono sempre quelle più travolgenti.