Scritta da: Cristian Fantuzi
in Frasi & Aforismi (Filosofia)
Ho odiato me stesso guardandomi allo specchio, quando sarebbe bastato semplicemente ignorarvi.
Composta lunedì 21 marzo 2011
Ho odiato me stesso guardandomi allo specchio, quando sarebbe bastato semplicemente ignorarvi.
A volte mi capita di chiedermi se abbia mai capito qualcosa della vita.
Se tutte queste poesie, questi pensieri, servano a cercare delle verità o non hanno senso.
Come ora,
fantastico su cosa sia il senso del pensiero eppure magari non esiste un senso.
Forse questa ricerca di una verità che non si contraddica non ha senso e non porta a nulla.
Forse la natura, la vita non segue la mente e i pensieri di nessuno, ha delle leggi proprie che noi non comprenderemo mai.
Forse quelle idee che ci sembrano così reali e sicure non sono altro che un nulla.
Forse viviamo delle nostre convinzioni.
Forse non ha senso nemmeno chiederselo.
Non penso di aver capito qualcosa...
Tyler mi ha chiesto contro che cosa combattevo in realtà. Quello che dice Tyler dell'essere una merda e gli schiavi della storia, così mi sentivo. Avevo voglia di distruggere tutte le cose belle che non avrei mai avuto. Bruciare le foreste dell'Amazzonia. Pompare clorofluorocarburi in cielo a mangiare l'ozono. Aprire le valvole nei serbatoi delle superpetroliere e svitare i tappi delle piattaforme petrolifere. Volevo uccidere tutti i pesci che non potevo permettermi di comprare e annerire le spiagge della costa Azzurra che non avrei mai visto.
Volevo che il mondo intero toccasse il fondo.
Mentre picchiavo quel ragazzo, in realtà avrei voluto piantare una pallottola tra gli occhi di ogni panda in pericolo che si rifiuta di fottere per salvare la propria specie e ogni balena o delfino che molla tutto e va a spiaggiarsi. Non vederla come estinzione vedila come un ridimensionamento.
Per migliaia di anni gli esseri umani anno incasinato e insozzato e smerdato questo pianeta e ora la storia si aspetta che sia io a correre dietro agli altri per ripulirlo. Io devo lavare e scacciare i mie barattoli. E rendere conto di ogni goccia di olio di motore usato.
Tocca a me pagare il conto per le scorie nucleari e i serbatoi di benzina interrati e i residui tossici scaricati nel sottosuolo una generazione prima che nascessi. Ho tenuto la faccia dell'angioletto come un bebè nella piega del braccio e l'ho pestato con le nocche, l'ho pestato finche i denti non gli hanno segnato le labbra. Poi l'ho pestato con il gomito finché mi è cascato tra le braccia come un sacco. Finché sugli zigomi gli era rimasto solo un velo di pelle nera.
Volevo respirare scarichi.
Uccelli e cervi sono uno stupido lusso e tutti i pesci dovrebbero galleggiare. Volevo dar fuoco al Louvre. Spaccare gli Elvin Marbles a martellate e pulirmi il culo con la Gioconda. Questo è il mio mondo, ora. Questo è il mio mondo, il mio mondo, e quelle persone antiche sono morte. E facevo colazione la mattina che Tyler ha inventato il progetto caos. Volevamo liberare il mondo dalla storia. Facevamo colazione nella casa di Paper street e Tyler mi ha detto di immaginarmi di piantare ravanelli e patate sul green della 15° buca di un campo di golf dimenticato. Darai la caccia agli alci nelle valli boscose intorno alle rovine del Rockefeller center e cercherai molluschi intorno allo scheletro dello Space Needle, inclinato di 45 gradi. Dipingeremo sui grattacieli le figure di enormi totem e simulacri di divinità maligne e tutte le sere quel che resta del genere umano si ritirerà negli zoo abbandonati e si chiuderà a chiave nelle gabbie per proteggersi dagli orsi e dai grandi felini e dai lupi che di notte passeggiano e ci guardano dall'atra parte delle sbarre. <il riciclaggio e i limiti di velocità sono cazzate> ha detto Tyler <è come uno che smette di scopare quando è siero positivo. >
Sarà il progetto caos ha salvare il mondo. Un era glaciale culturale. Un secolo buio prematuramente indotto. Il progetto caos obbligherà l'umanità ad entrare in catalessi o in fase di remissione il tempo necessario alla terra per riprendersi.
<Giustifica tu l'anarchia> dice Tyler. <Risolvila tu. > come fa l fight club con impiegati e commessi, il progetto caos disarticolerà la civiltà perché si possa fare qualcosa di meglio del mondo.
<immaginati a fare la posta all'alce dalle finestre dei grandi magazzini tra file puzzolenti di splendidi abiti da sera e smoking che vanno in malora appesi alle loro grucce, porterai indumenti di pelle che ti dureranno tutta la vita e ti arrampicherai per rami grossi come tronchi del kud-zu rampicante che abbraccia la Sears Tower. Sbucherai dalla volta gocciolante della foresta e l'aria sarà cosi tersa che vedrai figure minuscole battere il granturco e disporre a essiccare carne di cervo nella corsia d'emergenza vuota di una super strada abbandonata che si allunga, larga 8 corsie e torrida ad agosto, per mille chilometri. >
Questo era lo scopo del progetto caos, ha detto Tyler, la completa e immediata distruzione della civiltà. Cosa viene dopo il progetto caos nessuno lo sa salvo Tyler. La seconda regola è che non si fanno domande...
Verdi idee incolori dormono furiosamente.
La speranza è l'ultima a morire, ma a volte muore anche quella, e se questo accade è motivo di grande tristezza.
Perché noi speriamo sempre, anche quando ci vorrebbe un miracolo... ma ci sono situazioni in cui ci vengono chiuse le porte in faccia per così tante volte che alla fine, malgrado ciò che speriamo, arriva la rassegnazione.
In quel momento, oltre ad essere tristi per la nostra delusione, siamo tristi e proviamo pena anche per chi ci ha sbattuto la porta in faccia, perché non ha compreso quanto di buono avremmo potuto dargli e quindi cosa ha perduto.
Non per forza ciò che appare bianco lo è, così ciò che appare nero,... ci sono sempre sfumature, sta a noi cercarle.
Non importa quanto sia bravo a dare pugni, prima di piegarmi dovresti piegare anche la mia volontà... e quella non si piega coi pugni...
Il matrimonio, Dio, i figli, i parenti e il lavoro.
Non ti rendi conto che qualsiasi idiota può vivere così e che la maggior parte lo fa?
La speranza è sempre la mamma dei consigli...
Nessun uomo è tanto povero da non poter donare un sorriso, nessuno tanto ricco da non averne bisogno.