Scritta da: Marianna Mansueto
in Frasi & Aforismi (Libri)
- Che stai facendo soldato?
- Quello che mi hai insegnato, Signore. Io uccido...
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- Che stai facendo soldato?
- Quello che mi hai insegnato, Signore. Io uccido...
Oh, piccolo principe, ho capito a poco a poco la tua piccola vita malinconica.
Per molto tempo tu non avevi avuto per distrazione che la dolcezza dei tramonti.
Ho appreso questo nuovo particolare il quarto giorno, al mattino, quando mi hai detto:
"Mi piacciono tanto i tramonti. Andiamo a vedere un tramonto..."
"Ma bisogna aspettare..."
"Aspettare che?"
"Che il sole tramonti..."
Da prima hai avuto un'aria molto sorpresa, e poi hai riso di te stesso e mi hai detto:
"Mi credo sempre a casa mia!..."
Infatti. Quando negli Stati Uniti è mezzogiorno tutto il mondo sa che il sole tramonta sulla Francia.
Basterebbe poter andare in Francia in un minuto per assistere al tramonto. Sfortunatamente la Francia è troppo lontana. Ma sul tuo piccolo pianeta ti bastava spostare la tua sedia di qualche passo. E guardavi il crepuscolo tutte le volte che volevi...
"Un giorno ho visto il sole tramontare quarantatré volte!"
E più tardi hai soggiunto:
"Sai... quando si è molto tristi si amano i tramonti..."
"Il giorno delle quarantatré volte eri tanto triste?"
Ma il piccolo principe non rispose.
Ed eccomi subito a pregarla: legga il meno possibile testi di critica estetica; sono o congetture faziose, fossilizzate e oramai prive di senso nel loro rigore senza vita, oppure abili giochi di parole, in cui oggi prevale una opinione e domani quella opposta. Le opere d'arte sono di una solitudine infinita, e nulla può raggiungerle meno della critica. Solo l'amore le può afferrare e tenere e può essere giusto verso di loro. Dia ogni volta ragione a se stesso e al suo sentimento, contro ognuno di quei dibattiti, commenti o introduzioni; e se pure dovesse avere torto, la naturale crescita della sua vita interiore la guiderà a poco a poco e col tempo verso altre intuizioni. Lasci ai suoi giudizi il loro quieto e indisturbato sviluppo, che, come ogni progresso, deve venire dal profondo, e non può essere in alcun modo incalzato o affrettato. Tutto è condurre a termine e poi partorire. Lasciare che ogni impressione e ogni germe di un sentimento si compia tutto dentro, nell'ombra, nell'indicibile e inconscio e inattingibile alla propria ragione, e con profonda umiltà e pazienza attendere l'ora della nascita di una nuova chiarezza: questo solo significa vivere d'artista: nel comprendere come nel creare.
Qui non serve misurare con il tempo, a nulla vale un anno, e dieci anni non son nulla. Essere artisti significa: non calcolare o contare; maturare come l'albero, che non incalza i suoi succhi e fiducioso sta nelle tempeste di primavera, senza l'ansia che dopo possa non giungere l'estate. L'estate giunge. Ma giunge solo a chi è paziente e vive come se l'eternità gli stesse innanzi, così sereno e spensierato e vasto.
Come ladro non valevo niente, ma come bugiardo devo confessare che sono sempre stato un artista.
Non era molto tagliato per i discorsi seri. E un addio è un discorso serio.
Abbiamo l'obbligo di ricongiungerci, almeno una volta con l'Altra Parte, giacché, sicuramente la incontreremo lungo il nostro cammino, magari solo per qualche istante. Quegli attimi racchiuderanno un amore così intenso da giustificare il resto della nostra esistenza.
Si sentiva in pace; stava vivendo uno di quei momenti dell'esistenza che offre una sola alternativa: perdere il controllo delle proprie azioni.
Una luce è giusto uno spicchio di una storia.
Se c'è una luce che è come lei, ci sarà anche un rumore, un angolo di strada, un uomo che cammina, molti uomini, o una donna sola, cose del genere. Non si fermi alla luce, pensi a tutto il resto, pensi a una storia.
Jasper Gwyn diceva che tutti siamo qualche pagina di un libro, ma di un libro che nessuno ha mai scritto e che invano cerchiamo negli scaffali della nostra mente.
Immaginava la sua anima come un quieto villaggio saccheggiato e disperso dall'invasione selvaggia di una vertiginosa quantità di immagini, sensazioni, odori, suoni, dolori, parole. La morte che simulava, a vederlo, era il risultato paradossale di una vita esplosa. Un caos irrefrenabile era ciò che crepitava sotto il suo mutismo e la sua immobilità.
Forse non è vero che nasciamo pieni, nasciamo con dei vuoti e nasciamo per riempirli questi vuoti, ma non per colmarli con qualcuno ad ogni costo.