Scritta da: il barbaro sognante
in Frasi & Aforismi (Libri)
Conte, avete pagato questi cavalli una fortuna! Sono forse per questo meno belli?
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Conte, avete pagato questi cavalli una fortuna! Sono forse per questo meno belli?
Avevo pensato sempre che il destino fosse scritto solo ed esclusivamente da noi stessi, perché se esisteva un destino scritto ed un Dio che faceva le sue volontà noi eravamo solo dei burattini, ed allora che senso avrebbe avuto vivere? Dio ed il destino si sarebbero potuti fare una partitina a risiko invece di creare tutto ciò.
Se uno ci pensa bene, nessuno nasce al mondo con un problema; se noi ci mettessimo realmente ad analizzarli, vedremo che alla fin fine la maggior parte dei nostri "problemi" sono inesistenti e quelli che sono reali sono creati da noi o da altre persone, sono causati dalle nostre azioni, dalle risposte che diamo alle domande che ci vengono poste. Se iniziassimo a vedere le regole come degli aiuti e non come degli ostacoli, magari le nostre vite sarebbero più ordinate e meno problematiche. Però la verità è che senza preoccupazioni e senza problemi non sapremmo che cosa fare nelle nostre giornate, a noi piace crearci dei problemi per metterci alla prova con noi stessi, per sentirci forti nel risolverli, per sentirci realmente vivi.
I libri sono l'alimento della giovinezza e la gioia della vecchiaia.
Riprendere a scrivere per colmare un vuoto e le parole prendono posto del dolore.
La letteratura non è scienza, non consiste in processi mentali ma in processi del cuore.
Non aveva scelto lui fra tutti quanti. La verità è che non aveva pensato a nessun altro.
Mi bacia a lungo sulla bocca, poi si lecca le labbra, dice che sono il sapore della sua vita.
Un giorno, però, lo sguardo di uno sconosciuto ti inchioda al muro. Una persona ti sfiora appena e inaspettatamente, in un istante, avverti una sensazione che non hai mai provato in tutta la tua vita. Un'emozione che quasi ti spaventa, più potente delle tue convinzioni e dei tuo valori, gli stessi che hai sostenuto e per i quali ti sei sempre battuta.
Sono strani i grandi, eh, Milla?
Hanno paura delle risposte.
O forse le conoscono già e non hanno bisogno di salire su un motorino e mettersi a spiare un appartamento per averle.
Mamma è rimasta in salone.
Forse, un giorno, troverà in te la figlia amica che non ha, ti lascerà entrare, ti darà la sua fragilità.
E tu prendila, Milla, e apprezza quel regalo!
Io vi guarderò, nascosta dietro una porta.
Stringila forte, anche per me.
E papà? Dov’è papà, Milla?
Si perderà qualche tuo passo, qualche tua parola nuova. Forse perché avrà un progetto da finire, forse perché preferirà stare in un’altra casa, senza i tuoi giocattoli sparsi sul pavimento e i miei pensieri per aria.
E io, quando lo vedrò tornare, la mattina dopo, lo guarderò in modo diverso, come si guardano quelli come Giorgio, peggio, perché la sua assenza non fa male solo a me.
Tu no, tu continuerai ancora per qualche anno a battergli le mani, a riempirlo dei tuoi sorrisi. Un giorno, però, capirai e gli sorriderai di meno, con le labbra più strette.
Te lo ritroverai sotto casa, ti chiederà scusa per le sue assenze. E tu che farai? Le accetterai le sue scuse? Forse sì, solo per provare un suo abbraccio, per vedere se il tuo sangue si ricorda di lui.
Non sarà facile, Milla, ma adesso è tutto a posto. Dormi. E domani, al tuo risveglio, il tuo papà sarà di nuovo qui.
Non sarà mai andato via per te.
E tutto a posto Milla, e domani ti ritroverai a battere le mani, “che viene papà e tante cose belle ti por-te-rà”