"Cerca di capire" disse, "questo non è amore. Io sono stato innamorato, ma questa è un'altra cosa. Non è un sentimento mio, ma una forza esterna che si è impadronita di me. Ero partito perché avevo deciso che questo era impossibile, capisci, com'è impossibile la felicità, che non esiste sulla terra. Ma mi sono battuto con me stesso e vedo che senza di questo non c'è vita per me.
Ecco come sono queste persone: una volta ogni dieci anni imparano due o tre parole del vocabolario e le adoperano addirittura al rovescio, convinti di sapere tutto. Dicono le parole, ma non ne capiscono il significato.
Conosceva così bene il sentimento di Levin, sapeva che per lui le ragazze del mondo si dividevano in due tipologie: la prima comprendeva tutte le ragazze del mondo tranne lei; e costoro avevano tutti i difetti possibili ed erano ragazze molto convenzionali; la seconda tipologia comprendeva lei sola, che non aveva alcun difetto ed era superiore all'umanità intera.
Un uomo buono e brutto, quale lui si considerava, si poteva, opinava lui, amare come un amico, ma per essere amato dell'amore con il quale lui amava Kitty bisognava essere un bell'uomo e soprattutto un uomo eccezionale.
Kitty guardò il viso di lui, che era a così breve distanza dal suo, e per molto tempo, in seguito, anche dopo molti anni, quello sguardo pieno d'amore con cui allora lei lo guardò e a cui egli non rispose, ferì il suo cuore di dolorosa vergogna.
"Ma vergognosamente in che cosa?" Disse. "Non avete certo potuto dire a un uomo indifferente verso di voi che lo amavate." "Si capisce, no. Io non ho mai detto una sola parola, ma lui lo sapeva"