Scritta da: Giuseppe Speranza
In un remoto recesso della palude,
canta un uccello timido, nascosto.

Il tordo, solitario,
l'eremita rinchiuso in te stesso, che fugge i villaggi, canta a se stesso un canto.

Canto della gola sanguinante,
canto di vita sgorgato dalla morte (perché, caro fratello, io so bene che se ti fosse impedito di cantare, certamente tu ne moriresti).
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