Scritta da: 0kiika0
Almeno quando piove e nevica e gela e disgela... io penso che non si può star peggio in casa che fuori o viceversa, e così va bene. Quando, invece, la mattina il sole sorge e promette una bella giornata, non manco mai di esclamare: "Ecco un bene divino che gli uomini possono rapirsi gli uni agli altri". Non c'è niente che essi non si rapiscano reciprocamente: salute, buon nome, gioia, riposo e, il più delle volte, per ingenuità, ignoranza, ristrettezza di mente e, a sentir loro, con le migliori intenzioni! Vorrei talvolta pregarli in ginocchio di non sbranarsi a vicenda con tanto furore.
dal libro "I dolori del giovane Werther" di Johann Wolfgang von Goethe
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    La sera mi propongo di godere il levar del sole e il mattino seguente non mi muovo dal letto; il giorno mi riprometto lo spettacolo del chiaro di luna e poi rimango nella mia camera. Non so precisamente perché mi alzo, perché vado a letto. Mi manca il lievito che teneva in fermento la mia vita; è svanito il fascino che mi teneva desto nelle profonde notti, l'incanto che la mattina mi destava dal sonno è fuggito.
    dal libro "I dolori del giovane Werther" di Johann Wolfgang von Goethe
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      Pazzi sono coloro i quali non vedono che il posto non significa niente, e che colui che ha il primo posto raramente ha l'ufficio più importante! Quanti re sono governati dai loro ministri, quanti ministri dai segretari! Qual è dunque il primo? Secondo me colui che domina gli altri, che ha sufficiente potere o astuzia per far servire le loro passioni all'esecuzione dei suoi piani.
      dal libro "I dolori del giovane Werther" di Johann Wolfgang von Goethe
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        Quello che più m'importuna sono le ineluttabili distinzioni sociali. So benissimo quanto è necessaria la differenza di classe, e quanti vantaggi ne ritraggo io stesso: ma vorrei che non venisse a sbarrarmi la strada proprio quando potrei godere quaggiù un po' di gioia, un'illusione di felicità.
        dal libro "I dolori del giovane Werther" di Johann Wolfgang von Goethe
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          Quando, nonostante la nostra debolezza e lo sforzo che dobbiamo compiere, proseguiamo la nostra opera, spesso osserviamo che pur andando lentamente e perdendo tempo avanziamo più di altri che vanno a forza di vele e di remi... Ed è allora che si è veramente consci di se stessi: quando si va alla pari con gli altri, ed anzi si sorpassano.
          dal libro "I dolori del giovane Werther" di Johann Wolfgang von Goethe
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            Poiché noi siamo fatti in modo che paragoniamo tutti a noi stessi e noi stessi a tutti, la felicità o il dolore dipendono da coloro con i quali stiamo a contatto, e nulla è più pericoloso della solitudine. La nostra immaginazione, che è naturalmente portata ad elevarsi, alimentata dalle fantastiche immagini della poesia, si crea una schiera d'esseri fra i quali noi occupiamo l'ultimo posto; e all'infuori di noi tutto ci sembra splendido e ogni persona perfetta. E questo è naturalissimo. Spesso sentiamo che ci manca qualche cosa e, proprio quel che ci manca, ci sembra di trovarlo in un'altra persona alla quale attribuiamo tutto ciò che noi pure abbiamo, e inoltre una grazia ideale. Così immaginiamo l'uomo felice. Ed esso è una creatura della nostra fantasia.
            dal libro "I dolori del giovane Werther" di Johann Wolfgang von Goethe
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              Scritta da: 0kiika0
              Oh, un carattere un po' più leggero mi renderebbe il più felice fra gli uomini. Come? Mentre altri con le loro poche forze, col loro poco talento si pavoneggiano soddisfatti davanti a me, io dubito della mia forza, dei miei doni naturali? Buon Dio, tu che me li hai tutti elargiti, perché non ne riprenderesti la metà, dandomi in cambio la fiducia in me stesso e la gioia di quello che possiedo?
              dal libro "I dolori del giovane Werther" di Johann Wolfgang von Goethe
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                Scritta da: 0kiika0
                Non passa un istante che non distrugga te e i tuoi; non uno in cui tu non sia, non debba essere un distruttore; la più innocente passeggiata costa la vita a mille poveri insetti, un passo distrugge gli edifici delle formiche faticosamente costruiti, e seppellisce in una tomba ingloriosa tutto un piccolo mondo. Ah!, non le grandi rare catastrofi del mondo mi commuovono, non le inondazioni che inghiottiscono i vostri villaggi, non i terremoti che distruggono le vostre città! Mi atterrisce la forza annientatrice che è nascosta nell'essenza della natura; la quale non produce nessuna cosa che non sia distrutta dalla sua vicina, o che da se stessa non si distrugga. Così, io vado barcollante e tormentato fra il cielo e la terra e le forze creatrici che mi circondano: e vedo soltanto un essere mostruoso che eternamente divora e rumina.
                dal libro "I dolori del giovane Werther" di Johann Wolfgang von Goethe
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