Scritta da: Gabriella Di Gregorio
Finiamo per chiuderci anziché confrontarci seriamente con le nostre angosce e con le nostre speranze, per poterle esaminare, smontare, rivalutare.
dal libro "Il coraggio delle emozioni" di Daniele Trevisani
Finiamo per chiuderci anziché confrontarci seriamente con le nostre angosce e con le nostre speranze, per poterle esaminare, smontare, rivalutare.
Occorre fede, e ai primi risultati la fede verrà premiata da frutti tangibili.
Il corpo non va curato e flagellato, ma nutrito per vivere nella gioia. La conoscenza non è mai statica. Fai voto di conoscenza per capire cosa accade fuori di te e dentro di te. È il modo migliore per rendere omaggio al vivere.
È fondamentale capire che ogni piccola acquisizione, ogni piccolo apprendimento, ci consente di salire di un gradino, e per ogni gradino salito, respireremo aria più pura. Imparare a vincere una paura o rafforzare una volontà ti permette di scoprire uno schema vincente e in seguito di applicarlo su mille altri problemi.
È incredibile che nella scuola si impari a calcolare la radice quadrata o la circonferenza di un cerchio, già dalle elementari, e non si imparino nemmeno i nomi e le etichette da dare alle emozioni, agli stati esistenziali che circolano dentro, a come ci "sentiamo", a dare un senso al nostro impegno, a trovare uno scopo alto, nobile, coraggioso, della vita, l'unica che abbiamo.
A volte voci grigie di subdola negatività entrano, permeano, distruggono. Se una voce interna o una aspettativa sbagliata sulla vita entra, ti avvelena, ti corrode.
Gli stati personali sono "immersi" in una cultura di appartenenza che ne fa da sfondo e dalla quale la persona assimila tantissimi modi di essere e di agire, automatismi che ci circolano dentro, sinché, si spera, non riesca a trovare una propria identità più vera e non solo essere un manichino in un copione studiato da altri.
Saper "intagliare" la propria personalità, lavorare sul proprio umore, sulle proprie emozioni, sul proprio comportamento, è la vera prova di un atto evolutivo estremo.
Il coraggio è apertura al mondo e all'esperienza, è accettazione della pulsazione vitale tra azione e meditazione. È il contrario della stasi, dell'apatia, della perdita di valori e di senso. Una vita senza coraggio è come una stanza senza luce. Se stai fermo, non ti farai male, ma non ne uscirai mai, e prima o poi morirai di fame.
Accettare la possibilità che qualcosa vada storto, senza che questo pensiero ti immobilizzi, è un grande passo verso il coraggio.
Gli obiettivi che trovi interessanti ad un certo livello di coscienza sono completamente diversi da quelli che troverai interessanti quando il tuo livello di coscienza sarà cresciuto.