Scritta da: Erato
in Frasi & Aforismi (Libri)
Un gentiluomo non impone la sua compagnia a nessuno, non insulta una donna. E, soprattutto, non le fa del male.
dal libro "Il risveglio. Il diario del vampiro" di Lisa Jane Smith
Un gentiluomo non impone la sua compagnia a nessuno, non insulta una donna. E, soprattutto, non le fa del male.
Se solo sapessi cosa succederà. Se sapessi che alla fine ci lasceremo, vorrei solo togliermi il pensiero, suppongo.
E se invece sapessi che alla fine andrà tutto bene, non m'importerebbe niente di ciò che succede ora.
Ma andare semplicemente avanti giorno dopo giorno senza essere sicura è orribile.
La leggenda dice che gli specchi riflettono l'anima della persona che vi si guarda. Non poteva fare altro che stringerlo fra le braccia, ed Elena lo fece.
"Ti amo", gli sussurrò.
Era l'unico conforto che poteva dargli. Era tutto quel che avevano. Le sue braccia si strinsero intorno a lei, il viso affondato nei capelli "sei tu lo specchio", le sussurrò di rimando. [...]
"io sono lo specchio?", disse a quel punto, sollevando lo sguardo verso di lui.
"Tu hai rubato la mia anima" disse.
Si interessava a quel ragazzo perché la faceva sentire nervosa? Non un granché come ragione, si disse. Anzi, una pessima ragione.
Ma c'erano anche quelle labbra. Quella labbra scolpite che le facevano tremare le ginocchia per qualcosa di completamente diverso dal nervosismo. E quei capelli neri come la notte... Si sentiva pizzicare le dita per il desiderio di accarezzare quella morbidezza. Quel corpo agile, muscoloso, le gambe lunghe... e quella voce. Era la sua voce che l'aveva convinta il giorno prima, rendendola assolutamente determinata ad averlo. [...] Chissà se anche quella voce poteva diventare nera come la notte, e che suono avrebbe avuto nel pronunciare il suo nome, nel sussurrarlo...
Elena percepiva i tremiti nel corpo di Stefan, comunicatigli attraverso la stretta delle dita. Il respiro era rapido e corto. "Avevamo quasi raggiunto l'estremità dei giardini quando mi venne in mente un posto che Katherine aveva amato. Era poco lontano nel parco, un muro basso di fianco all'albero di limoni. Mi precipitai là, chiamandola a gran voce. Ma avvicinatomi, smisi di chiamare. Ebbi... paura... una terribile premonizione. E sapevo che non dovevo... non dovevo andare..." "Stefan!". Disse Elena. Le stava facendo male, stringendole le dita, stritolandole quasi. I tremiti che gli attraversavano il corpo aumentavano, diventando scosse. "Stefan, per favore!" Ma lui non diede segno di averla sentita. "Era come... un incubo... tutto accadde così lentamente, non riuscivo a muovermi... eppure dovevo. Dovevo continuare a camminare. A ogni passo la paura diventava più forte. Ne sentivo l'odore. Odore come di grasso bruciato. Non devo andare là... non voglio vedere...". Parlava con voce alta e insistente e respirava affannosamente. Aveva gli occhi spalancati e dilatati, come un bambino terrorizzato. Con l'altra mano Elena fli afferrò le dita che stringevano come una morsa, avvolgendole completamente. "Stefan, va tutto bene. Non sei laggiù. Sei qui con me" [...] Lui non la sentiva più. Le parole venivano con un ritmo irregolare, come se non riuscisse a controllarle, non potesse pronunciarle abbastanza velocemente. [...] Poi cadde in ginocchio, lasciando finalmente le dita di Elena, per affondare il viso fra le mani, Elena lo strinse mentre veniva colto da singhiozzi convulsi. Lo strinse per le spalle, attirandolo nel suo grembo. "Katherine si è sfilata l'anello", mormoro. Non era una domanda. "Si era esposta al sole".
Stefan era l'avverarsi del peggior incubo della ragazza e lei nemmeno lo sapeva...
Lui cercò di opporsi. Ma la sua dolcezza era più forte di tutta quella forza inumana.
Elena sentì le labbra di stefan toccare le sue.
E... fu tutto semplicissimo. Tutte le domande ricevettero risposta, tutte le paure trovarono pace, tutti i dubbi svanirono. Ciò che provava non era semplicemente passione, ma una tenerezza dolente ee un amore così forte che la scuotevano dentro. Sarebbe stato spaventoso nella sua intensità, se non fosse che quando era con lui non poteva avere paura di niente.
Era tornata a casa.